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Ius Soli, che Italia vogliamo? Stefania Bonfiglio a due giorni dal dibattito di Magenta- Pensieri Talebani

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Sabato 30, alle 18, alla Festa de L’Unità di Magenta (piazza Mercato) ci sarà l’atteso dibattuto sullo Ius Soli tra Stefania Bonfiglio, segretario della Lega, e Sumaya Abdel Qader, consigliere del Pd di Milano. I nostri compari del Talebano hanno pubblicato l’intervento introduttivo dell’esponente del Carroccio

 

MAGENTA – Come donna, sono molto contenta di partecipare a un dibattito sullo ius soli con un’altra donna, la visione femminile in certi argomenti è importante perchè le prospettive, le valutazioni e la visione della società possono differire da quella degli uomini.

Infatti la donna porta con se il mistero della vita e facendo crescere dentro a se il proprio figlio è la prima a comprendere l’importanza di certe tematiche. Le questioni che affronterò sabato saranno diverse e tutte sostanziali: la mia visione politica è semplice, diretta e il richiamo alla comunità e all’appartenenza sono il principio su cui sviluppo il mio ragionamento.

Infatti il principio su cui baso le mie ragioni è logico: la mia città come la mia terra sono il frutto di anni, secoli e millenni – per quanto riguarda l’Italia è certamente così – di storia dove i miei padri hanno contribuito a costruire questa magnifica terra invidiata da tutti. La nostra cultura millenaria ha radici profonde e i sacrifici fatti da coloro che hanno permesso a me e a tutti gli italiani di poterne godere i frutti non credo siano da “regalare” in modo banale.

La cittadinanza non è un diritto, va richiesta e conquistata, perché? Semplice: perché la nostra terra ha una storia e questa storia è stata “costruita” dai nostri padri. Come in una famiglia vi è conseguenza tra scelte da parte dei genitori verso i figli in una patria (nazione) è lo stesso. I nostri padri hanno costruito il nostro paese e oggi lo lasciano a noi. Questo che ho appena esposto è la visione di principio su cui pongo la questione e come donna e futura madre è per me essenziale: mio figlio dovrà avere un attaccamento alla terra dettato dal senso di appartenenza, la cittadinanza per me è soprattutto appartenenza.

Ma passiamo a questioni meramente pratiche. Quale differenza vi sarebbe tra un bambino italiano come cittadinanza e un altro di diversa cittadinanza? Nessuna differenza: lo Stato Italiano tutela tutti i bambini e dà loro istruzione, servizio sanitario e tutto il necessario senza distinzione di appartenenza. La differenza si avrà nel momento della maggiore età e, quindi, il giovane ragazzo, se vorrà, potrà richiedere la cittadinanza e divenire così cittadino italiano. Non vedo quale sia il problema in questa metodologia: i bambini hanno tutti gli stessi diritti. Questa è civiltà. Non è civiltà volere imporre una legge che cancella il senso di appartenenza, che vuole rendere tutto un atto burocratico.

Prendiamo inoltre in considerazione che lo ius soli provocherebbe lo sfruttamento da parte di coloro che vorranno lucrare sul favorire la nascita di un bambino nel nostro paese facilitando così la regolarizzazione della propria situazione con la possibilità di avere migliaia di donne pronte a venire qui, in Italia, per partorire ricevendo quindi subito la cittadinanza italiana e, di conseguenza, europea. Vi rendete conto di quale pazzesca situazione potremmo trovarci? Altro che trattato di Schengen.

Noi della Lega Nord con a capo il nostro segretario Matteo Salvini ci opporremo con grande forza a questa legge scellerata e, sono certa, se mai dovesse succedere che invece di un grande dibattito ci venisse imposta a fine legislatura gli italiani saranno prontissimi a darci il loro voto per andare al governo e cancellarla subito. Lo ius soli non è civiltà, è al contrario un atto incivile contro un popolo.

Stefania Bonfiglio

www.iltalebano.com

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