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Italia Viva e la RSA Città di Abbiategrasso: esternalizzazione e stipendi, così non ci siamo

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Riceviamo e pubblichiamo il documento del coordinamento cittadino abbiatense di Italia Viva sulla RSA Città di Abbiategrasso

 

ABBIATEGRASSO – Come abbiamo appreso dal comunicato scritto dagli ex componenti (periodo 2013-2018) del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Casa di Riposo di Abbiategrasso e dagli articoli di alcuni giornali, da oggi 1 agosto, gli operatori sociosanitari della RSA vengono “ceduti” ad una società terza a cui viene affidato il servizio di gestione della struttura.

Fin qui, apparentemente nulla di male perché capita spesso che nelle RSA e nelle RSD gli operatori lavorino per cooperative o società terze (già la casa di riposo di Abbiategrasso si avvaleva di cooperative), non fosse che in questo caso l’esternalizzazione del servizio è totale e che la nuova società ha chiesto agli operatori di licenziarsi per poterli poi riassumere con contratto da “operai multiservizi”.


In più, in forza dell’attuale situazione post emergenza COVID, che vede la RSA non a pieno regime e con occupazione di posti letto pari a poco più del 70% di quelli disponibili, è stato dato un monte ore ad ogni dipendente pari al 50% di quelle necessarie per la gestione della struttura a pieno regime, con conseguente dimezzamento del normale stipendio.

I numeri non ci tornano, se è vero, come ci viene riferito che la saturazione dei posti è circa del 70% come è possibile che l’impiego degli operatori venga ridefinito al 50% del normale monte ore?


Considerata la situazione da cui stiamo uscendo, con i suoi carichi aggiuntivi e le diverse procedure e protocolli sicuramente più pesanti, non sarebbe il caso, comunque, di mantenere livelli di assistenza adeguati, se non superiori all’attuale occupazione dei posti?

Ricordiamo che in questo caso il faro non deve essere il guadagno, non deve essere la gestione dei margini, ma l’attenzione ai nostri anziani con la garanzia di livelli di assistenza adeguati e l’attenzione agli operatori in merito alle loro condizioni di lavoro sia dal punto di vista della sicurezza, sia dal punto di vista economico.


Sappiamo che le scelte spettano all’attuale Consiglio di Amministrazione e che ormai al Sindaco di Abbiategrasso compete solo la nomina dei componenti del CDA, non avendo pìù poteri di verifica sul loro operato e nemmeno di revoca, ci saremmo però aspettati almeno qualche parola in più sulla situazione.

Assistiamo, invece, ad un silenzio generalizzato, spezzato ad oggi solo dal comunicato di cui abbiamo accennato all’inizio di questo post, dalle prese di posizione dei sindacati e da articoli dei media locali. Dall’Amministrazione e dalla politica abbiatense solo tanto silenzio.

COMITATO TERRITORIALE ITALIA VIVA ABBIATEGRASSO

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