― pubblicità ―

Dall'archivio:

Inveruno: “Mio marito in attesa di pre ricovero dovrebbe stare in isolamento, ma l’azienda lo obbliga a lavorare in presenza. Insensibilità totale”

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

INVERUNO –  Arriva da Inveruno una storia decisamente brutta che vede un uomo di 58 anni in attesa del pre ricovero in vista di un delicato intervento chirurgico. Sua moglie denuncia che l’azienda per la quale è dipendente da 38 anni lo obbliga a lavorare in presenza, nonostante i medici gli abbiano raccomandato di restare in isolamento nei giorni antecedenti agli esami. “Non hanno mostrato la benché minima sensibilità – afferma la donna – Dal mese di ottobre mio marito lavora in smart working. Poi ha dovuto comunicare che martedì prossimo si sarebbe assentato per il pre ricovero con necessità, nei giorni precedenti, di rimanere a casa in isolamento. Dall’azienda è invece pervenuta la comunicazione di entrare a lavorare. Mi  chiedo cosa possa cambiare in questi giorni”.

La storia è quella di un uomo con dei problemi di salute molto gravi. E’ cardiopatico, portatore di defibrillatore e invalido all’85%. Poi la scoperta di avere una ciste renale di Bosniak al terzo stadio che obbliga i medici ad intervenire. La necessità di tale intervento è stata valutata da specialisti di tre discipline differenti. Se dalla ditta hanno assicurato che avrebbe avuto a disposizione un ufficio tutto per lui, senza entrare in contatto con altri dipendenti, il rischio è comunque elevato. “È sufficiente anche il solo uscire di casa per peggiorare le cose”, aggiunge la moglie. La donna spiega che anche i sindacati si stanno attivando a tutela del 58enne. Nella sua famiglia stanno vivendo tutti un momento terribile di angoscia ed è brutto doversi scontrare con la burocrazia di un’azienda che conosci da una vita e che non ti viene incontro.

“La cosa peggiore – aggiunge la moglie – è che la comunicazione è pervenuta da un dipendente tramite un semplice messaggio. Ho chiamato in azienda, ma non ho ottenuto risposta e nessuno si è fatto sentire. Mio marito lavora in quella ditta da 38 anni e mezzo e un comportamento del genere è inspiegabile. Siamo delusi e amareggiati per come si sono comportanti. Dopo il pre ricovero dovrà subire un intervento importante in condizioni già deficitarie. Auspichiamo quanto meno delle scuse da parte dei titolari”.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi