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Dall'archivio:

Invasione dell’Ucraina: perché questa guerra fa male ed entra nelle nostre case come un pugno allo stomaco (VIDEO)

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

In Italia vivono 236mila ucraini (l’80% sono donne). È la comunità più grande in Europa.

Ben 92mila sono impiegati come lavoratori domestici (regolari). Il tasso di occupazione delle donne è del 66% e i risparmi inviati al Paese d’origine erano 141 milioni di euro nel primo semestre 2021. I dati che riportiamo in apertura di questo pezzo sono a nostro avviso importanti perchè ci danno la cifra esatta del rapporto sussistente tra il nostro Paese e l’Ucraina.
 

Più volte abbiamo scritto sulle donne di Ucraina. Sulle loro abitudini, sulla loro tradizione a ritrovarsi nell’ore d’aria ai giardini pubblici di Magenta o in piazza.

Già, perchè molte di loro sono badanti. Molte hanno accudito e accudiscono tutt’ora nostri familiari. Del resto, siamo un popolo vecchio, forse il più longevo d’Europa…. e non è facile trovare persone fidate, a cui dare in carico i nostri cari magari h24, fatto salvo appunto l’ora d’aria quotidiana.

Noi ne abbiamo conosciute parecchie: si chiamano Marina, Irina, Valentina, Raika… Tutta gente arrivata nel nostro Paese con il grande sogno di Libertà. Con la voglia di andare a stare meglio.
 

Già il grande sogno occidentale…. Molte hanno lasciato là figli e mariti, poi si sono ricongiunte a loro. Altri sono letteralmente scappati perché la guerra che oggi entra nelle nostre case come un pugno allo stomaco, si combatte ormai dal 2014.
 

Ne parlavamo proprio l’altro giorno con una di loro: “I morti ci sono tutti i giorni dal 2014…. ma non sempre facevano notizia…Putin dice che siamo nazisti (ride) solo perchè siamo patrioti e vogliamo essere liberi..”. 
 

Nei loro occhi vedi la tristezza e anche la disillusione di chi forse è stato almeno in parte abbindolato dall’Occidente. Perché oggi davanti al nuovo ‘Hitler russo’, l’Alleanza Atlantica e l’UE sa rispondere solo con una serie di sanzioni. La guerra, le bombe, i morti sono laggiù. Oggi le truppe russe sono entrate a Kiev, ma tutto il Paese è sotto assedio….

Tempo fa, il mio professore di Diritto Internazionale spiegava che sostanzialmente l’unico modo per dirimere le controversie internazionali, era la guerra…. Certo all’epoca correva l’anno 1998…. ma a distanza di quasi 25 anni non è cambiato granché. Anzi.

Tutto il resto, sanzioni comprese pur dure che siano, soprattutto quando ci si trova davanti un uomo come Vladimir Putin, fautore del nuovo zarismo, sono come curare una polmonite con un’aspirina….

Con questo ovviamente non vogliamo dire che alle bombe si debba rispondere con le bombe – soprattutto perchè adesso il rischio di innescare una escalation bellica è altissimo – ma di certo la debolezza UE così come un patto atlantico che deve essere rilanciato sono fondamentali dentro a questo scenario.

Non vogliamo addentrarci in altri discorsi di natura geopolitica. Preferiamo tornare a parlare di testimonianze assunte in presa diretta da chi ha laggiù familiari e amici. Ieri sera, una di queste mi ha detto con un volto sconvolto dalla paura: “E’ dalle 5 del mattino che sono al telefono con mia sorella. Suo marito è stato richiamato sotto le armi, è arrivata la cartolina. Lui adesso fa il professore a scuola”.

Poi si congeda perché c’è una notte (quest’ultima appena passata) lunghissima che l’attende. Intanto mi arrivano una serie di video molto crudi che suo figlio Bogdan ha ricevuto da amici ucraini che sono là sotto le bombe e che pubblichiamo in questa pagina. Lui è scappato qui con la sua famiglia perché se fosse là, sarebbe stato mandato a combattere. Gli avrebbero dato un fucile e chissà adesso dove sarebbe. Ma non può dimenticare la sua terra, i suoi affetti, tutto quello che si è lasciato dietro. “Noi siamo più fortunati  – ci racconta ancora Valentina – perché i miei che sono rimasti là vivono in montagna sui Carpazi, praticamente al confine con la Romania”.

Ma il dittatore russo non si ferma e oggi in Ucraina nessuno è al sicuro. 
“Se vuoi la pace, prepara la guerra”: il detto latino “Si vis pacem, para bellum” torna oggi quanto mai attuale, perché, purtroppo, gli USA di Biden al pari della nostra UE, poco hanno fatto per dar corso a queste parole che forse sono le uniche che Putin avrebbe capito… 

 
Intanto, il nostro pensiero va al popolo ucraino al quale abbiamo promesso il sogno occidentale e che ora ai nostri occhi ci pare più solo che mai. Scusateci.

F.V.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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