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INTERVISTA ESCLUSIVA DI TN. Silvia Minardi Progetto Magenta: “Noi e il PD? Le nostre strade come due rete parallele destinate a non incontrarsi mai”

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 Progetto Magenta nasce molto prima delle elezioni del 2017, arriva con un progetto ben definito e ottiene un buon risultato elettorale. Ma come tutte le esperienze civiche c’è la difficoltà di tenerle vive e, soprattutto, di rinnovarle, non avendo dietro lo ‘stellone’ dei partiti politici. Qual è il bilancio di questi primi tre anni in Consiglio comunale?

In realtà si tratta di un’esperienza che non si è mai fermata, neanche per un giorno. Progetto Magenta si è costituito subito in ‘associazione’, ha una sua struttura interna con persone che ne fanno parte e che sono riconosciute in città come interlocutori seri, competenti, capaci di ascoltare e di interpretare i bisogni.
In tre anni il Consiglio Comunale è stato convocato 22 volte: noi di Progetto Magenta abbiamo presentato 20 interpellanze e interrogazioni che sono state presentate e discusse in consiglio comunale; altrettante sono state quelle con risposta scritta. A ciò si aggiungano undici mozioni e recentemente una proposta di variazione di bilancio che andrà in discussione in aula la prossima settimana: abbiamo studiato il bilancio di previsione ed elaborato una proposta per mettere a disposizione 95 mila euro per famiglie o realtà economiche. Ora a me pare che la maggioranza sia talmente debole da bocciare ogni proposta anche quelle di maggiore buon senso. Purtroppo questo è successo sempre. Confidiamo che la maggioranza possa mettere da parte, almeno per una volta, questa sua endemica debolezza e votare positivamente per dare un aiuto concreto ai magentini che hanno bisogno.

Progetto Magenta ancora adesso in questa fase Covid e post Covid si sta caratterizzando per un grande attivismo anche sui social, molte proposte, molte call conference con il format ‘Magenta Chiama Mondo’. Qual è il giudizio, invece, dell’operato della Giunta in questa fase emergenziale, ma soprattutto delle misure messe in campo per la ripartenza?

L’emergenza sanitaria si porta dietro una pesantissima emergenza educativa e una altrettanta seria emergenza economico-sociale. A tutti i livelli. A Magenta abbiamo una giunta che si è comportata, quando è andata bene, da passacarte: ha ricevuto fondi e risorse e le ha distribuite, rinunciando invece ad un ruolo di guida e di indirizzo. L’amministrazione Calati non ha preso nessuna iniziativa. Ed è stata percepita come assente su tanti fronti o in ritardo su decisioni che avrebbero richiesto tempi di reazione diversi. Una volta iniziata la fase 2 e di fronte alle due gravi emergenze che citavo la percezione avuta è di una burocratizzazione delle procedure su tutto, anche su ciò di cui ci sarebbe stato bisogno con effetto immediato per ripartire: i centri estivi e la possibilità per gli esercizi commerciali di usare spazi esterni.

Ha ricevuto in pochi mesi risorse straordinarie: si è chiusa in una stanza e ha deciso, ad esempio, di usare i 700 mila euro per progetti che sono lontani anni luce dai bisogni della città. Abbiamo fatto un sondaggio e le risposte sono state chiare: le priorità per la città sono le scuole, le strade con la sistemazione delle barriere architettoniche, le piste ciclabili.

Abbiamo chiesto alla giunta all’inizio di aprile di pagare le fatture dei fornitori anche prima della scadenza delle stesse fatte tutte le verifiche necessarie sulla esecuzione dei lavori e delle forniture: si tratta di un modo molto semplice per mettere liquidità nelle mani di operatori economici che hanno lavorato per il Comune. L’assessore Gelli ha risposto che ci sarebbe stato un problema di liquidità – eppure, a fronte di 257 creditori per un totale di 1,1 milione di euro a fine dicembre 2019 c’era un avanzo di cassa di gran lunga superiore che si poteva usare – e un problema di legalità – eppure comuni anche vicini a noi lo hanno fatto.

Anche la polemica di questi giorni sull’Ente Morale Scuole Materne si sarebbe potuta evitare se il Comune avesse versato quanto aveva deliberato a metà aprile di versare alle scuole materne non statali della città.

Mancano le capacità di fare l’ordinario. Figuriamoci lo straordinario! Manca la capacità di ascoltare. Figuriamoci di creare reti! Eppure in una fase di emergenza come questa ai Sindaci sono stati dati poteri e risorse economiche straordinarie.

 

 

3) L’emergenza Coronavirus, ha messo in luce le mancanze di questo governo sul tema scuola e formazione, argomenti che immagino per te siano essenziali. Una ‘boccata d’ossigeno’ quanto meno a livello di progettualità politica, è venuto di recente, con l’iniziativa dell’ex Sindaco Luca Del Gobbo per un ‘nuovo’ Liceo Quasimodo. Quali sono attualmente i rapporti tra Progetto Magenta e i centristi magentini. A tuo avviso è possibile parlare dopo l’Amministrazione Calati di una nuova epoca per la politica magentina che metta insieme le forze migliori e di buona volontà per il rilancio della città? È una chimera o è a tuo avviso qualcosa di possibile?

Da tempo, Magenta ha grande bisogno di una classe politica all’altezza dei tempi e delle sue potenzialità. Non ne farei una questione di destra, di centro o di sinistra.

La proposta sul Liceo Quasimodo fatta da Luca Del Gobbo è talmente importante per Magenta e il territorio che mi sarei aspettata una iniziativa del Sindaco il giorno stesso per attivare azioni e iniziative, per un ‘tutti insieme per il Quasimodo’.

E lo sappiamo bene che Chiara Calati, oggi leghista, viene dal partito centrista di Del Gobbo. Questo per dire che Progetto Magenta, a differenza dei partiti e delle logiche che li governano, è pronta a realizzare le migliori idee per Magenta.

4) Sovente, forse banalmente perché siete insieme in minoranza, l’azione di Progetto Magenta è stata accostata a quella del PD. Ma da quanto emerge nel 2022 Progetto Magenta si presenterà al cospetto degli elettori in modo autonomo come nel 2017, lo puoi confermare e ribadire senza se e senza ma a Ticino Notizie?

Lo confermo. Senza se e senza ma nonostante i soliti politicanti nostrani provino a intorbidire le acque. PD e Progetto Magenta sono seduti all’opposizione di questa giunta in consiglio comunale, ma le loro strade sono come due rette parallele.

5) Se Luca Del Gobbo dovesse fare la ‘pazzia’ di scendere di nuovo campo, spendendo il suo nome e i suoi 10 anni di buon governo cittadino, e ti chiedesse di dargli un mano, cosa risponderesti? Lo accetteresti un ticket Del Gobbo Minardi?

Luca Del Gobbo ha un doppio problema: se pensa di ricostruire un centro-destra come quello che gli ha permesso di governare Magenta per dieci anni con dentro la destra oggi sovranista ed anti-europea troverà in Progetto Magenta, ma non solo, un avversario. Il secondo problema: deve decidere cosa fare “da grande”. Per ora, credo non lo sappia nemmeno lui: Luca Del Gobbo è un uomo di partito e, se vuole continuare la sua carriera in Regione o altrove, ha bisogno di un partito. Progetto Magenta sarebbe per lui una palla al piede.
Ribadisco: Progetto Magenta vuole il bene della città e intende realizzarlo con le migliori competenze, con le persone serie che sono disposte a mettere da parte ogni altra logica anche di convenienza personale per realizzare un progetto che faccia del recupero delle aree soprattutto ex Saffa e ex Novaceta, ma non solo, e di un rilancio del ruolo di Magenta rispetto al territorio una volta detto il Magentino una priorità, un progetto di innovazione e di apertura internazionale, un progetto di solidarietà e di sussidiarietà vera: al commerciante che dopo due mesi di chiusura riapre, Progetto Magenta ha chiesto “cosa hai bisogno che io faccia per te?”. Questa è la nostra logica. Questa è la nostra idea di come si governa una città.

6) Dove ha fallito l’Amministrazione Calati? Ma soprattutto non pensi che dopo 5 anni di Marco Invernizzi abbastanza ‘impalpabili’ ci sia il rischio a questo punto per il cittadino di una sorta ‘assuefazione’ da parte dell’elettorato, del tipo questo o quello tanto non cambia nulla? Una pericolosa apatia verso la politica.

L’astensionismo ha già vinto nel 2017: eppure non ho mai sentito nessuno delle due coalizioni fare una analisi seria di questo risultato. Noi dal 2017, con l’ambizione di prendere almeno una percentuale minima di voti da tutti coloro che si stavano progressivamente allontanando dalla politica non abbiamo smesso di usare metodi che non appartengono alla politica tradizionale, ad esempio con una frequentazione dei social che ci è possibile grazie ad un gruppo di giovani che gestiscono i nostri profili, che fanno volantini ed organizzano sondaggi, che hanno fatto crescere visualizzazioni in modo esponenziale soprattutto nell’ultimo semestre, raggiungendo persone che dicono che non sapevano nemmeno che ci fossimo nel 2017.
Il nostro impegno su questo fronte c’è. La politica tradizionale e l’incapacità delle istituzioni cittadine di favorire la partecipazione non aiutano.

Fabrizio Valenti

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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