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Dall'archivio:

In morte del dottor Luciano Calloni

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

NOSATE-BUSCATE-CASTANO. Ci ha lasciati il dottor Luciano Calloni (1951-2021), già sindaco di Buscate, ma soprattutto persona per bene. Era ricoverato nell’Unità Coronarica dell’Ospedale di Legnano. Qualche anno fa, in occasione della morte del suo collega e amico Angelo Lodi, ci aveva dichiarato: “Un nobile socialista. Esempio inimitabile di presenza sociale quando fare il medico era davvero una missione. Ha avuto meno di quello che ha dato”. Un epitaffio che disegna anche il suo impegno sociale. Tentato dalla politica fu eletto sindaco di Buscate il 2 luglio 1980 nella lista della Democrazia Cristiana, riconfermato nelle elezioni del 12 maggio 1985 e, successivamente anche in quelle del 5 maggio 1990. Il 9 settembre 1991 rassegnò le dimissioni: “Le mie dimissioni sono causate dalle note vicende inerenti alla realizzazione della discarica che hanno sovvertito il locale ordine pubblico”.

Si ritirò a Nosate recuperando l’area di una antica tessitura sulla quale impiantò la sua abitazione, il cui parco degrada verso il Naviglio Vecchio, una presenza millenaria oggi nel Parco del Ticino.

Non fece mai mancare il suo contributo alla realtà locale, ma ai richiami della politica non volle più rispondere. Preferiva curare il verde attorno alla chiesetta di Santa Maria in Binda che naturalmente divenne di sua competenza, così come la rasatura del prato a corollario del luogo sacro che faceva personalmente. Nel tempo del Covid i pochi malati nosatesi (ma anche alcuni castanesi) sono stati curati direttamente dal dottor Luciano Calloni nelle proprie abitazioni, convinto com’era che la scelta del ricovero in ospedale non fosse delle migliori. Ai famigliari sentite condoglianze.

 

FOTO In evidenza l’abitazione di Via Santa Maria in Binda; poi, il Naviglio Vecchio anima del territorio sul quale degrada il parco della villa e, infine, la chiesetta longobarda, a pochi passi dalla sua casa, il cui verde era curato dal nostro medico

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