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“…In Merica vori andà…” presentato al Pirellone

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MILANO/MARCALLO CON CASONE – “Benvenuti in Regione Lombardia questa è la nostra casa”. Con queste parole Massimo Garavaglia, Assessore all’Economia, Crescita e Semplificazione di Regione Lombardia, nonché sindaco per dieci anni di Marcallo con Casone, ieri sera, ha dato il benvenuto ai suoi concittadini arrivati in massa a Palazzo Pirelli per la presentazione del volume  “…In Merica vori andà…” curato dalla Pro Loco.

“Un libro davvero bello – ha commentato Garavaglia –
scritto da gente che ha nel cuore il proprio paese e che riporta le vicende di chi pur andando in America, ha conservato un legame molto stretto con la propria terra. Uso il nome terra – ha precisato Garavaglia – e non  un territorio,  perché la terra è qualcosa che ci appartiene”.

A completare i saluti istituzionali l’intervento di Cristina Cappellini, Assessore alla Cultura e Identità di Regione Lombardia.

“Dietro a questo libro c’è tanta passione. Noi come Regione – ha ricordato – abbiamo lavorato molto in questa direzione durante questi cinque anni. Complimenti alla Pro Loco di Marcallo con Casone per questo traguardo”. Ad introdurre ai contenuti del volume, il presidente della Pro Loco Felice Castiglioni:  “Quest’opera è rivolta alle famiglie di Marcallo con Casone  e, in particolare modo, a quelle di St. Louis dove sono emigrati molti Marcallesi.  In questa ricerca abbiamo coinvolto le famiglie di Oltre Oceano”.

 

 

Tra le curiosità emerse una sottolineatura
“A St. Louis esiste ancora oggi un Circolo Bocciofilo chiamato  Al Marcales” .

 

 

Dopodiché Castiglioni ha rimarcato come il volume sia costruito su molte interviste  ‘a domicilio’ oltre che su un lavoro di ricerca che ha coinvolto il Come di Marcallo con Casone oltre che i Consolati italiani e americani. “Un ringraziamento particolare, infine, è andato a Regione Lombardia per il patrocinio, oltre che al Comune di Marcallo con Casone e, nella fattispecie, al sindaco Massimo Olivares e all’assessore Marina Roma che hanno sostenuto fin dall’inizio questo progetto”  ha concluso Castiglioni. A portare il saluto del Comune c’era il consigliere comunale (capogruppo LN) Luca Mazzeo.

Giancarlo Lualdi appassionato di storia locale ha quindi tracciato lo spaccato socio economico – quella compresa tra il 1870 e il 1930 – dentro al quale molti suoi concittadini dell’epoca scelsero di cercare fortuna negli Stati Uniti d’America. Un fenomeno di significative proporzioni che secondo le stime avrebbe coinvolto tra i 600 e i 900 Marcallesi.

“In quegli anni nel nostro territorio accaddero cose rilevanti – ha spiegato – ci fu la crisi agricola,  il contratto agrario esponeva a rischi molto pesanti il contadino. Inoltre, dalle carte notiamo una grossa diffusione della ‘Pellagra’ (una malattia legata da carenze alimentari ndr). Ci sono poi altri fattori che rendono difficile la vita in tutto il Magentino: la crisi dei vitigni e della bachicoltura, va da sé che l’unica fonte di reddito integrativo per i contadini veniva compromessa”.  

Altri elementi di criticità vennero con gli anni Novanta con l’avvento di una crisi cerealicola molto forte.  “Il nostro mercato interno diventa così ancora più povero. Soprattutto nel Magentino nel 1890 in poi nascono le prime proteste contadine, alcune di queste anche sanguinarie”.

La riflessione di Lualdi si è poi soffermata sulle modalità del viaggio verso le Americhe.

“Quando la gente partiva era alla stregua di una fuga. C’era quasi una ritrosia a farlo sapere. Veniva tutto sottaciuto. La dimensione emotiva era molto forte” .  

Tra gli autori del volume c’è
Gianluca Oldani “a lui si deve l’opera di censimento complessivo, quindi, l’analisi sulle  destinazioni”.
L’emigrazione all’inizio riguardò i territori vicini (vedi le Mondine in zone assai limitrofe, poi Svizzera, Germania, Belgio).
Infine Usa e America Latina soprattutto Argentina.
Ellis Island all’epoca era  una sorta di gigantesco hot spot, un
“un serraglio” per le persone che arrivavano dal ‘Vecchio Continente’ dirette negli USA.

“Una memoria per le prossime generazioni – ha concluso Lualdi – un libro che deve molto ai rilevatori”. E a proposito di chi ha colto in diretta il vissuto, Angela Garavaglia ha parlato a nome del team di persone che pazientemente è andata di casa in casa facendo venire a galla memorie e aneddoti che diversamente sarebbero stati portati via per sempre dal tempo.
“Ho collaborato alla stesura di questo libro perché l’ho trovato un modo intelligente per rendere omaggio a mio nonno. Da Magenta in treno a Parigi e poi verso il porto di Le Havre  sulla Manica per imbarcarsi. Quindi, la lunga traversata in mare per gente che spesso aveva conosciuto solo le acque del Naviglio o del fiume Ticino…”.

“Tutte le famiglie che abbiamo contattato ci hanno accolto con interesse, quasi un po’ sorprese. Alcune di queste dicevano che era trascorso troppo tempo, altre quasi avevano un velo di pudore. Sono venuti a galla tanti ricordi, un mare di foto, i vecchi mestieri di un tempo come quello del cavalant, dal faree’ o dal ramee’…”.

L’auspicio ora è che questo libro venga letto e fatto leggere il più possibile nelle scuole del nostro territorio. E così che i coperchi dei bauli della memoria si possano aprire ai più.  “Perchè un paese che ignora il proprio ieri non può avere un domani” (cit. Indro Montanelli)

A chiudere il bel pomeriggio, una poesia dedicata a San Biagio della poetessa marcallese  Teresina Castoldi. Insomma, davvero un gran bel finale.

F.V.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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