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‘Imputazioni generiche’: il Gup di Milano dà ragione a Mantovani

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MILANO –  Imputazioni “indeterminate” e “generiche”. E’ con queste motivazioni che il gup di Milano Roberto Arnaldi ha deciso ieri con un’ordinanza di rimandare indietro, alla fase della chiusura indagini, il procedimento, che era in udienza preliminare, che vede tra i 10 indagati l’ex vicepresidente della Regione Lombardia Mario Mantovani, il quale in origine era accusato di peculato e reati fiscali per aver drenato, secondo l’accusa, risorse per circa 1,3 milioni di euro dalle casse delle onlus da lui fondate, quelle del gruppo Sodalitas, attraverso “fittizi contratti di locazione”. A carico di Mantovani, difeso dal legale Roberto Lassini, nel 2017 era stato anche eseguito un sequestro proprio per 1,3 milioni, annullato, pero’, per due volte dalla Cassazione. Il pm Giovanni Polizzi nei mesi scorsi ha modificato le imputazioni contestando in “alternativa” al peculato, bocciato dalla Suprema Corte, l’ipotesi di truffa. Oggi, pero’, uno dei legali degli imputati, l’avvocato Davide Steccanella, ha sollevato davanti al gup la questione della “indeterminatezza e genericita’” dei capi di imputazione, a cui si sono associati, anche intervenendo, i difensori di altri imputati, tra cui figurano i legali Domenico Aiello e Lorenzo Bertacco, Vinicio Nardo e Maurizio Paniz. E il giudice ha accolto le tesi delle difese.

La Procura di Milano, ha commentato il difensore di Mantovani, l’avvocato Lassini, “non si e’ conformata alle due pronunce di annullamento della Cassazione e ha lasciato indeterminato il danno e la stessa imputazione”. Per l’ex ‘numero due’ del Pirellone il 13 marzo proseguira’ con la requisitoria del pm il processo che lo vede accusato di corruzione, concussione e turbativa d’asta, seguito all’arresto dell’ottobre 2015

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