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Il Ticino di Lucio Mastronardi (1° parte)

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Lucio Mastronardi merita un posto a parte nella nostra  ricerca volta a trovare le citazioni del fiume Ticino  nella letteratura italiana: nasce a Vigevano, quindi è un figlio del Ticino, il Ticino infine segnerà la sua vita terrena quale suicida nelle acque del fiume azzurro. Nei suoi tre principali romanzi Il Maestro, Il Calzolaio, Il Meridionale, nei titoli domina Vigevano, nelle pagine forte emerge il suo fiume.

Bello e gustoso il paragone tra Vigevano e Parigi come, nel Maestro di Vigevano,  il giornalista Pallavicino “la stava menando” mentre il campanone  della torre suonava la mezzanotte:” Io vi dico che Vigevano vale duecento Parigi.

Cosa c’è a Parigi che non vi sia a Vigevano? A Parigi c’è Pias Pigal; a Vigevano ioma Pias Ducal; a Parigi c’è la Senna; a Vigevano  c’è il Tisin; a Parigi c’è  la tur Eifel, num ioma la tur Bramant.” E così sempre nel Maestro il protagonista, il maestro Mombelli, nel suo solitario camminare e “nei miei pensieri” “Scendo per una discesa rapidissima e mi trovo nella vallata del Ticino”  ed ecco la Centrale Edison che ritroveremo nuovamente nelle pagine del Calzolaio “  .” ..Annibale sconfisse i Romani dove ora c’è la Centrale Edison, sul Ticino, che pur essendo vicina a Milano, Vigevano, geograficamente parlando,  è in Piemonte, al di qua del Ticino”. 

Nel Maestro dopo la vista della Centrale Edison il protagonista prosegue nel suo cammino.  “Sono seduto ora su di un ponticello. E’ un ponticello d’irrigazione che posa su due fiancate; messo per traverso. Sotto ci passa la trincea  ferroviaria. Sono in alto; il mio sguardo abbraccia tutta la vallata del Ticino: fiume, boschi, ponte.” Più avanti nel racconto del Maestro “ Sono tornato sul ponticello…Dal Ticino venne un rombo di barche che rompeva quel’armonia. Infine nel Meridionale di Vigevano ecco nuovamente la vallata:” Ci affacciammo sulla terrazza. Si vedeva un pezzo della vallata del Ticino qualche arcata del ponte; le boscaglie; un tratto della Nuova Circonvallazione”. 

A cura di Giuseppe Casarini

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