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Dall'archivio:

Il Proust di ottobre con Paola Ornati. A cura di Franca Galeazzi

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CASSINETTA DI LUGAGNANO – Drammaturga e Regista Assistente nel teatro di prosa (dal 2012 collabora con il Piccolo Teatro) e Assistente alla Regia nel teatro dell’Opera (dal dicembre 2018 con il Teatro alla Scala) e “incidentalmente – ci dice – sono anche vicesindaco a Cassinetta di Lugagnano”.

 

Il tratto principale del suo carattere?

L’ottimismo. Tendo a guardare, ricercare, insistere … sempre sul “lato positivo” delle cose.

La qualità che preferisce in un uomo?

L’ironia. Amo ridere.

E in una donna?

L’originalità. È il primo passo per affermarsi nel mondo, senza bisogno di dire che ci si vuole affermare.

Il suo principale difetto?

Non ho difetti. … ah, no … aspetta … faccio fatica (moltissima) a smaltire le critiche. Quindi, direi: il rancore.

Il  suo sogno di felicità?

Sentirmi in pace con me stessa: in una casa sul mare, su un palcoscenico, in un parco con una famiglia … l’occasione, poi, ha poca importanza. Resta il sentirsi in pace. Sempre

 

Il suo rimpianto?

Avrei voluto sapere prima quanto tempo avevo da vivere in compagnia di mia madre.

Il giorno più felice della sua vita?

La sera del 2 dicembre 2014. Quel giorno debuttò “E io dico NO – Ogni notte ha un’alba”, il primo spettacolo “vero” di cui ho curato la drammaturgia e che ho scritto (insieme a Nando dalla Chiesa e Marco Rampoldi) per il Piccolo Teatro. Prima del finale, uno degli attori poneva una domanda agli altri quattro attori in scena: la sera della prima, tutto il pubblico presente in sala urlò la risposta e si produsse in un boato di applauso sul buio immediatamente successivo. Abbiamo creduto tutti di non riuscire a terminare la recita. Bellissimo.

E il più infelice?

Il 22 gennaio 2017. Ho dato fondo a tutte le mie capacità attoriali, entrando in una stanza d’ospedale. A un minuto e mezzo da un verdetto medico senza possibilità d’appello. Con il sorriso sul viso e una tempesta nel resto del corpo.

 

 

L’ultima volta che ha pianto? Mentre sto rispondendo a questo questionario.

La sua occupazione preferita? Camminare.

Materia scolastica preferita?  Facile: Letteratura Italiana.

Autori preferiti?  Italo Calvino (2 lauree), José Saramago, Maurizio De Giovanni, Andrea Camilleri

Libro preferito?  “Le città invisibili” (2 lauree …)

Attore  e attrice preferiti?  Mah… cinema: forse, Kevin Spacey e Maggie Smith.

Teatro: Franca Nuti, che mi fa credere nell’eternità degli dei, e, Fausto Russo Alesi, forse … anche se l’attore che mi ha colpito di più è stato Gianrico Tedeschi (da poco scomparso) ne “La compagnia degli uomini” di Luca Ronconi.

Film cult?  “Via col vento”. Ieri, oggi e per sempre …

La canzone che canta sotto la doccia?  Dipende da cosa mi propone Spotify … Lucio Battisti, Vasco Rossi … Gioacchino Rossini … Giuseppe Verdi …

 

 

Colore preferito?  Viola.

Fiore preferito?  Non amo particolarmente i fiori, preferisco i diamanti. Messa alle strette, direi i fiori di campo: margherite, ranuncoli …

Città preferita?  Amo Milano. Zona Conciliazione … quando cammino lì, mi sento a casa

Personaggio storico più ammirato? La Regina Elisabetta Seconda d’Inghilterra! Vale? Un paio d’anni fa, ho scoperto la vita di Fernanda Wittgens, grandissima donna del nostro secolo. Andando sul classico Leonardo da Vinci.

Personaggio politico più detestato?  Faccio fatica a dirne uno … in generale, provo una repulsione fisica per tutti coloro che fanno slogan sulla realtà, appiattendola, fanno politica sulla vita della povera gente e non dicono le cose come stanno.

Il dono di natura che vorrebbe avere? Il metabolismo veloce. Se non va bene, dico: la facilità polistrumentale.

Se dovesse cambiare qualcosa del suo fisico, cosa cambierebbe?  Mi piallerei la pancia.

Stato d’animo attuale?  Sono abbastanza felice

Le colpe che le ispirano maggior indulgenza? Ahi … faccio fatica a scontare gli errori a tutti … soprattutto a me stessa.

Come vorrebbe morire? Nel dormiveglia, abbracciata a chi amo.

Il suo motto?  “Dare un senso alla vita può portare alla follia, ma una vita senza senso è la tortura

dell’inquietudine e del vano desiderio. È una barca che anela al mare eppure lo teme” (Edgar Lee Masters). E’ un mantra che mi recito quando sono davanti a scelte importanti.

 

 

*A cura di Franca Galeazzi, per le immagini si ringraziano i fotograti  Fabio Centamore e Laila Pozzo

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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