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Dall'archivio:

Il Proust di dicembre con Armanda Dall’Ara

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

In politica dal 1948, presidente di Consiglio comunale della Giunta dell’Amministrazione di Giuliana Labria, Armanda Dall’Ara è la protagonista del Proust del mese con la nostra Franca Galeazzi

Il tratto principale del suo carattere?

Coraggio e forza di volontà.

La qualità che preferisce in un uomo?

Determinazione, sincerità e dolcezza.

E in una donna?

Intelligenza, non eccessiva vanità e tenerezza.

Il suo principale difetto?

Sono un poco irascibile, ma mi passa subito.

Il suo sogno di felicità?

Vivere serenamente con i miei cari gli anni che mi rimangono.

Il suo rimpianto?

Non uno, ma tanti che nemmeno ricordo.

Il giorno più felice della sua vita?

Quelli della nascita dei miei figli?

E il più infelice?

Quelli della morte di mia figlia e del mio nipotino.

L’ultima volta che ha pianto?

All’ultimo atto della ‘Boheme’ di Puccini.

La sua occupazione preferita?

Leggere libri di argomento storico, romanzati o meno.

Materie scolastiche preferite?

Italiano e Storia.

Autori preferiti?

Giacomo Leopardi, Giosuè Carducci e Dacia Maraini.

Libro preferito?

‘La lunga vita di Marianna Ucria’ della Maraini.

Attore e attrice preferiti?

Carlo Verdone e Monica Vitti.

Film cult?

‘Amarcord’ di Fellini.

La canzone che canta sotto la doccia?

Non canto, ma mi piace ‘Will always love jou’ Di Whitney Houston.

Colore preferito?

Il blu.

Fiore preferito?

La rosa.

Città preferita?

Milano e Parigi.

Personaggio storico più ammirato?

Giuseppe Garibaldi.

Personaggio politico più detestato?

‘Il ruspista’.

Il dono di natura che vorrebbe avere?

Gli occhi azzurri.

Se dovesse cambiare qualcosa del suo fisico, cosa cambierebbe?

I denti.

Stato d’animo attuale?

Sereno.

Le colpe che le ispirano maggiore indulgenza?

Forse quelle commesse in difesa dei figli.

Come vorrebbe morire?

Senza soffrire.

Il suo motto?

‘Fin che la barca va…’.

Franca Galeazzi

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