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Dall'archivio:

‘Il ponte di Castano’ sul Naviglio Vecchio, rifatto in pietra nel 1766, è in precarie condizioni…

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CASTANO PRIMO.  E’ un cittadino che ci ha inviato la segnalazione allegando la serie di foto che denunciano lo stato di abbandono:

“Spero che si possa fare qualcosa. Ho abitato per 22 anni vicino a quel ponte, ho lasciato il mio cuore in quella zona e vedere franare 300 anni di storia mi viene un nodo alla gola”.

LA STORIA. Il ponte di Castano si trova in precarie condizioni come tanti altri luoghi dei nostri paesi (la Dogana e la Pila del ponte altomedievale a Turbigo) lasciati all’incuria e al degrado. E’ la civiltà dei rifiuti che trionfa su quella del Rinascimento!

Il ponte è quello sul ‘Naviglio Vecchio’, un canale scavato nel XII secolo dai Milanesi. Il tratto in questione (Castellana-Ponte di Castano) oggi serve solamente in emergenza, quando devono essere eseguiti lavori di manutenzione al Canale Industriale che alimenta la centrale idroelettrica ‘Guglielmo Castelli’.

Circa mille anni fa, l’escavazione del Naviglio cambiò letteralmente il paesaggio e per immaginarlo è necessario cancellare i ponti e le strade, le rogge e i paesi che la grande via di comunicazione per Milano fece sorgere sulle sue sponde. E’ stato l’autostrada per antonomasia (vi passò il marmo di Candoglia per il Duomo e San Carlo morente) fino alla fine dell’Ottocento e il capolinea era alla Castellana (poco più a monte del Ponte di Castano) dove la ‘nave’ giungeva regolarmente alle 9 del mattino e ripartiva a mezzogiorno per Milano. Quando il canale fu scavato si dovette dare continuità alle strade interrotte per cui fu realizzata una serie di ponti in legno, rifatti successivamente in pietra. Il ponte di Castano fu rifatto in pietra nel 1766, ultimo della serie in quanto quello di Padregnano è del 1595 (la data è incisa sul frontone del ponte) e quello di Turbigo del 1606.

Il Ponte di Castano era un vero e proprio paese animato dalle ruote di due mulini che giravano azionate dalle acque della roggia molinara: quello ‘Vecchio’ (già documentato nel 1111) dove oggi vive ancora l’Egidio (che può vantare, sulla carta d’identità, il ‘Mulino Vecchio’ come luogo di nascita); quello ‘Nuovo’ posto nelle vicinanze del ponte sul Naviglio.

Il luogo, importantissimo nei secoli passati, in quanto le macine da grano ruotavano in continuazione a disposizione anche per gli abitanti del Legnanese in quanto l’Olona era spesso in secca. Non è un caso che ci sia la Via Molinara che divide il territorio di Castano da quello di Turbigo così chiamata sul lato turbighese, mentre su quello castanese è detta Via della Valle.

L’importanza storica del sito è confermata anche dall’esistenza di una chiesetta dedicata di San Pietro, portinaio del Cielo, di impianto longobardo (come Santa Maria in Binda a Nosate e San Damiano a Turbigo), la quale era ancora in piedi nel 1586 quando fu descritta nelle Visite Pastorali del tempo, dove si dice che avesse la medesima struttura architettonica delle chiesette citate, tutte orientate ad Est, dove nasce il sole.

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