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Dall'archivio:

Il palazzo di Tradate e la quadreria di Legnano: dai Pusterla ai Melzi

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Lo storico abbiatense Mario Comincini ha curato la pubblicazione di una ricerca sul palazzo di Tradate voluto dal senatore Fabrizio Luigi Pusterla alla fine del Seicento, coordinando il suo lavoro con quello di altri autori: Federico Cavalieri, Alessandra Kluzer, Paolo Vanoli, Maurizio Bianchi- fotografia.

Il volume è edito dall’Istituto Canossiano “Barbara Melzi”, Legnano – Tradate per il 170° di fondazione della Casa di Legnano (1850 – 2020). Di grande formato (cm 25×30), composto da 240 pagine con 260 immagini a colori la pubblicazione non è in commercio. Però, il suo PDF può essere richiesto gratuitamente al seguente indirizzo di posta elettronica: [email protected]

Ecco come si articola il lavoro di ricerca:

Sezione storica (Mario Comincini). Vengono ricostruite le vicende che portarono all’edificazione del palazzo Pusterla di Tradate (Varese) negli ultimi due decenni del Seicento per iniziativa del senatore Fabrizio Luigi Pusterla, discendente di una delle più antiche famiglie nobili milanesi. La ricerca d’archivio, condotta su materiale totalmente inedito, ha permesso di stabilire che le decorazioni interne ad affresco (nella galleria superiore e ambienti annessi, nonché nella cappella), attribuite dalla critica a Salvatore, Federico e Francesco Maria Bianchi, in realtà furono realizzate da Andrea Lanzani e da Bernardo Racchetti negli anni 1690 – 1691; che la galleria dei ritratti su tela della famiglia di Fabrizio Luigi, giunta fino a noi in parte, fu commissionata a Giacinto Santagostino; che la campagna decorativa fu seguita dal canonico Giuseppe Vismara, già scultore del Duomo di Milano e medaglista, che per il palazzo realizzò alcuni bassorilievi ora presso il Museo Civico di Legnano. Si sono ricostruite anche le vicende che portarono al passaggio del palazzo ai Melzi e quindi alla loro ultima discendente Barbara, canossiana e fondatrice della Casa di Legnano.

 

Sezione artistica (Federico Cavalieri e Paolo Vanoli). Federico Cavalieri prende in esame gran parte della decorazione ad affresco nel palazzo (il restante è studiato da Paolo Vanoli), realizzata da Lanzani e Racchetti, Quest’ultimo risulta impiegato nel ruolo, finora per lui sconosciuto, di pittore di paesaggi in diversi ambienti (alcuni perduti), mentre per Lanzani l’analisi si concentra sui venti personaggi antichi della famiglia, dipinti ad affresco nella galleria superiore, attorno ai quali Racchetti lavorò come decoratore e quadraturista (la superficie affrescata della sola galleria superiore è di 470 mq). Cavalieri passa poi in rassegna le opere superstiti della quadreria Pusterla, incrementatasi con quanto pervenuto per matrimoni dai Recalcati e dai Salazar, tutto confluito in seguito nel patrimonio artistico dei Melzi, oggi consistente in una sessantina di opere dal Cinquecento all’Ottocento, custodite nelle Case canossiane di Legnano e Tradate.

Paolo Vanoli analizza invece la decorazione ad affresco, assegnandola ad Ambrogio Besozzi sulla scorta di stringenti confronti, in due ambienti tra loro attigui e raffigurante alcuni episodi riguardanti sette ecclesiastici della famiglia Pusterla.

 

Sezione architettonica (Alessandra Kluzer). Si ricostruiscono le fasi dell’edificazione del palazzo e le sue successive trasformazioni, che non hanno comunque compromesso l’impianto originario. Quindi si esamina il ruolo dei due tecnici citati nei documenti e cioè l’ingegnere Giulio Buzzi e l’architetto Filippo Cagnola, quest’ultimo indicato come “l’architetto dei Borromeo”, i quali fornirono ai Pusterla anche il capomastro. Infine la studiosa propone un percorso nei vari ambienti del palazzo negli anni di Fabrizio Luigi, con la minuziosa descrizione di quanto presente in ciascuno d’essi.

 

   

 

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