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Il mio mondo (eco)bio. Tatuaggi in spiaggia, sì o no? Di Cristina Garavaglia

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

Estate, tempo di vacanze e di spiagge assolate e per chi lo desidera di tatuaggi fatti con l’hennè, che vanno tanto di moda, su postazioni improvvisate in riva al mare.

E scommetto che tentati dalla voglia di sfoggiare per qualche giorno un bel disegno sulla pelle abbronzata non vi siete posti il problema sicurezza.

Purtroppo per voi non ho buone notizie.

La maggior parte dei tatuaggi eseguiti da persone che si improvvisano esperte (e non lo sono affatto) in contesti non controllati, tipo la spiaggia ma anche alcune fiere, con il cosiddetto Black Henna (hennè nero) sono da evitare come la peste.

Innanzitutto, per chi non conoscesse il mondo dell’hennè (e ne parleremo prima o poi per chi desidera colorare i capelli in modo naturale) vi devo dire che non esiste in natura l’hennè nero, dato che la polvere ottenuta dalle foglie della relativa pianta (Lawsonia inermis), che si usa sia per i capelli che per i tatuaggi tribali in Marocco come in India, è solo rosso.

E già quindi ci sarebbe da diffidare di chi vi propone di effettuare un tatuaggio temporaneo di color nero.

Colore a parte, che rappresenta il minimo dei problemi, nella maggior parte dei casi i coni di hennè utilizzati sulle spiagge dagli ambulanti possono contenere oltre a hennè di dubbia qualità (e chissà cosa d’altro) una sostanza chimica molto pericolosa: la PPD (para-fenilendiammina).

Si tratta di un colorante blu scuro (utilizzato per rendere scuro e durevole il tatuaggio), considerato fortemente allergizzante e sensibilizzante, altamente inquinante e sospettato di essere cancerogeno.

Della questione Black Henna si è più volte occupato il sito Farmacovigilanza (il settore del Ministero della Salute che si occupa di reazione avverse ai cosmetici) che ha lanciato l’allarme sui tatuaggi con l’hennè, a cui risulta spesso essere aggiunta la PPD “per ridurre il tempo di applicazione e rendere più scuro il tatuaggio, è nota per essere un potente sensibilizzante. E’ questo il motivo per cui spesso chi fa un tatuaggio all’hennè ha reazioni allergiche, perché l’henné, di per sé, ha un basso potere allergizzante. Infatti gran parte dei casi di dermatiti da contatto seguenti all’applicazione di tatuaggi all’hennè sono dovuti all’allergia alla PPD”.

 Cosi come recentemente se ne è occupata l’Università degli Studi di Perugia che ha rilevato come “nel 50% dei casi presi in esame i tatuaggi all’henne’ provocano manifestazioni cutanee come prurito, eritemi, vescicole e bolle, orticarie, o reazioni sistemiche come linfoadenopatie e febbre entro uno o due giorni dalla prima applicazione; nel restante 50%, invece, i sintomi compaiono solo dopo un ritocco- mostrando quindi una sensibilizzazione cutanea alla para-fenilendiammina (Ppd) presente nell’henne’- fino a 72 ore dall’effettuazione del tatuaggio”.

Dallo studio emerge inoltre che, nella maggior parte dei casi, le lesioni tendono a persistere anche dopo una settimana dall’inizio della terapia (con cortisone ed antistaminici) e che addirittura, dopo la bellezza di un anno dal termine della cura dermatologica, la zona in cui è stato eseguito il tatuaggio tende ad essere ipopigmentata, ossia più chiara della restante cute.

Sempre stando ai dati disponibili sembra che nei tatuaggi temporanei da spiaggia vengano utilizzate miscele con concentrazioni di Ppd al 10-15% e, in alcuni casi, del 35%, il che aumenta in modo esponenziale il rischio di comparsa di reazioni allergiche.

Non solo, ma il dato ancora più preoccupante è che a maggior rischio sono gli adolescenti ed i bambini a causa del diffondersi della moda soprattutto estiva dei tatoo temporanei, con la convinzione errata che siano innocui.

Il rischio più diffuso per chi si sottopone a questi tatuaggi è di andare incontro a dermatite allergica da contatto, che si può verificare anche dopo qualche settimana, con arrossamento, edema, infiammazione, forte bruciore, prurito e vesciche.

In pochi casi ben più gravi, si assiste allo shock anafilattico, con abbassamento della pressione, senso di soffocamento e difficoltà respiratorie ed ovviamente l’unica soluzione è di recarsi in PS immediatamente.

Un altro problema da non sottovalutare è quello di assistere a fenomeni di sensibilizzazione permanente ad alcune sostanze chimiche, che potrebbero scatenare un’altra reazione allergica, e/o alla comparsa di reazioni allergiche crociate, con il manifestarsi di allergia ad altre sostanze, compresi alcuni farmaci di uso comune e le tinte chimiche.

La PPD (e le ammine aromatiche, altre sostanze chimiche imparentate), infatti, si può trovare in modo del tutto legale nelle tinte per capelli, in dosi ovviamente controllate (6% massimo).

Non a caso, il regolamento europeo sui cosmetici mette la seguente restrizione, a proposito di tinte contenenti PPD, da stampare sull’etichetta: « I coloranti per capelli possono causare gravi reazioni allergiche. Si prega di leggere e di seguire le istruzioni. Questo prodotto non è destinato ad essere usato su persone di età inferiore a 16 anni. I tatuaggi temporanei all’henné nero possono aumentare il rischio di allergia. Non tingere i capelli: in presenza di eruzione cutanea sul viso o se il cuoio capelluto è sensibile, irritato o danneggiato, se si sono avute reazioni dopo aver tinto i capelli, se in passato si sono avute reazioni dopo un tatuaggio temporaneo con henné nero”.

Ma allora il nostro bel tatuaggio? Eh, che dire, in spiaggia ve lo sconsiglio proprio.

E se proprio lo volete fare, eccovi alcune regole di buon senso: evitare assolutamente i tatuaggi eseguiti da tatuatori improvvisati, verificare che l’impasto per il tatuaggio sia di color arancio-marrone e non nero (indice di purezza dell’hennè utilizzato), chiedere sempre di verificare gli ingredienti dell’hennè prima di accettare di farsi il tatuaggio, prendere atto che un tatuaggio eseguito a regola d’arte non può avere un prezzo basso sui 5 euro per capirci, ma costa molto di più.

Altra buona norma sarebbe quella di evitare le zone molto sensibili come le mucose e, per scongiurare fenomeni di sensibilizzazione, di evitare di farsi tatuare due volte la stessa zona.

Ciò detto, esistono persone affidabili che eseguono tatuaggi con hennè, ma di sicuro non lo fanno in spiaggia (né in casa).

 Per chi desiderasse capire un poco il mondo dei tatuaggi con l’hennè, imparando anche a farseli, vi suggerisco un ottimo gruppo facebook dove troverete dei professionisti, che operano anche su Milano e limitrofi: Mehndi Art Italia.

In foto un tatuaggio eseguito alla Fiera dell’Oriente di Milano da Claudia, una delle esperte del gruppo, con hennè naturale, che come potete vedere non è nero.

Cristina Garavaglia

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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