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Il mio mondo (eco)bio- Perché usare gli idrolati, di Cristina Garavaglia

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Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

Chi di voi non ha mai usato in vita sua l’acqua di rose? Il suo profumo mi ricorda tanto la mia nonna che era solita utilizzarla, ecco perché sull’onda della mia nostalgia parleremo di… idrolati.

E sì perché l’acqua di rose è in realtà un idrolato (o acqua floreale o aromatica), non l’unico ovviamente e ve ne voglio parlare un po’.

Logicamente mi riferisco esclusivamente ad idrolati puri senza nessuna aggiunta di ingredienti di sintesi e purtroppo ho scoperto nel corso delle mie ricerche che quella che usava nonna pura non era….

 

Ma torniamo al succo del discorso: gli idrolati sono stati ampliamente utilizzati fino all’800, soprattutto in Francia, ma è solo in tempi recenti che sono stati rivalutati per le loro proprietà curative e cosmetiche.

Tecnicamente per idrolato (dal latino “Hydro e latum” = “distillato di acqua”) si intende un prodotto a base acquosa impreziosito di essenze naturali o meglio ancora, come lo definisce la Farmacopea francese, “acqua distillata caricata per mezzo della distillazione di principi attivi volatili contenuti nei vegetali”.

Un prodotto fantastico, eppure c’è ancora chi li considera semplicemente un sotto prodotto della lavorazione degli oli essenziali, ebbene cercherò di dimostrarvi il contrario perché lo confesso li amo.

 

Innanzitutto, gli idrolati hanno incredibili qualità terapeutiche, del tutto complementari (ma con un’azione più delicata) a quella degli oli essenziali.

Non a caso gli oli essenziali agiscono sul piano fisico (basta pensare al famoso tee tree oil usato come antibatterico naturale o meglio ancora all’origano di spagna che ha un’azione antibatterica ancora più spiccata e che in pochi conoscono), mentre gli idrolati agiscono di più sull’aspetto psicosomatico ed emozionale.

Tanto che sono utilizzati in aromaterapia perché racchiudono la valenza energetica delle piante da cui provengono: vi faccio un esempio provate a spruzzare in ufficio un po’ di idrolato di arancio amaro, vedrete che il vostro umore migliorerà (colleghi permettendo, lì non c’è idrolato che tenga).

Ed il fatto che abbiano un’azione delicata ne rende possibile l’utilizzo in piena tranquillità, anche per i bambini e anziani.

 

Ma come si ottengono? Allora la questione è abbastanza complicata: secondo la Farmacopea francese che li valorizza da sempre gli idrolati possono essere ottenuti solo da fiori e foglie della pianta (per sintesi chimica o per distillazione a vapore) e non possono contenere nessuna percentuale alcolica per stabilizzarli, mentre negli USA è ammessa l’aggiunta di alcool, sigh.

Nel mondo della cosmesi eco-bio si considerano ovviamente i soli idrolati ottenuti per distillazione a vapore da piante officinali fresche.

Non ve la voglio fare tanto difficile, anche perché in qualsiasi libro di botanica potete trovare i vari passaggi, ma di fatto così facendo si ottiene un’acqua aromatica che contiene una piccola percentuale di olio essenziale estratto dalla pianta di provenienza.

Ma grazie alla loro azione delicata, gli idrolati possono essere applicati direttamente sulla pelle, diversamente dagli oli essenziali.

Apro una parentesi per proibirvi in assoluto (per il vostro bene) l’uso in purezza degli oli essenziali, sono troppo concentrati. Se volete usarli mescolate pochissime gocce ad olio vegetale mi raccomando (e vale anche per il tea tree che a volte leggo si può usare puro, aiuto).

Detto questo, ci troviamo di fronte ad acque molto interessanti, spesso utilizzate dall’industria cosmetica in sostituzione dell’acqua distillata così da arricchire il prodotto.

Occhio però che anche qui ci potrebbe essere la fregatura in vista: leggete sempre l’etichetta e diffidate laddove doveste trovare la dicitura alcool etilico.

Infatti, considerato che l’olio essenziale contenuto nell’idrolato non può sciogliersi in acqua, è possibile che per realizzare il cosmetico vengano utilizzate piccole percentuali di alcol etilico per stabilizzare la formula cosmetica.

Operazione che non mi piace per nulla e che incide in peggio sulla qualità del prodotto e sul costo di produzione, ma che potrebbe non corrispondere ad un basso prezzo di vendita, quindi doppia fregatura. E’ invece il caso di privilegiare idrolati puri, per i quali sia indicato il nome botanico della relativa pianta (in latino), la parte utilizzata (es. fiore, foglia, corteccia), il paese e l’origine biologica della coltivazione nonchè la data di scadenza.

Logicamente volendo privilegiare idrolati privi di alcool e conservanti, vi consiglio caldamente una volta aperti di conservarli in frigor, mentre se ve li volete portare in borsa meglio sarebbe travasarli in comodi contenitori spray da 30 ml (su Amazon).

Infine dove comprarli? in bioprofumeria ed online, ad esempio su Aromazone, un ottimo sito francese (basta usare chrome che traduce in automatico) di materie prime che li propone a prezzi ragionevoli e spedisce anche in Italia. A questo punto non mi resta che dirvi come utilizzarli.

 

A fini cosmetici: al posto del tonico viso visto che hanno pH acido (e costano meno di qualsiasi tonico), per alleviare il rossore della pelle anche dopo l’esposizione solare (meravigliosa la lavanda), per rinfrescare la pelle durante la giornata, per fissare il trucco, per decongestionare gli occhi (su un batuffolo di cotone o un fazzoletto), per preparare una maschera viso fai da te, per diluire lo shampoo di volta in volta, per non fare seccare una maschera durante la posa, per profumare i capelli asciutti, sul cuoio capelluto al posto delle famose lozioni carissime e poco funzionali, come risciacquo acido dopo shampoo e balsamo.

 

Ed al di fuori dalla cosmesi: per profumare in modo naturale gli ambienti domestici, per stimolare il sonno spruzzandoli sul cuscino (sempre la nostra amica lavanda ci viene in soccorso), per profumare la biancheria (in aggiunta all’acqua demineralizzata del ferro da stiro), in ambito veterinario previo consenso dello stesso, ad uso interno su indicazione dello specialista.

Ma come scegliere il nostro idrolato? Ora non potendo elencarli tutti vi segnalo che per l’utilizzo sulla pelle si dovrebbe tener conto delle caratteristiche dalla stessa e quindi vi posso suggerire in linea generale:

 

per pelle secca: rosa e fiori d’arancio,

per pelle sensibile: camomilla e lavanda,

per pelle impura e grassa: salvia, hamamelis, rosmarino, timo,

per pelle matura: rosa,

per couperose: rosa e elicriso,

come decongestionante: camomilla, elicriso, lavanda.

 

Personalmente amo tantissimo la lavanda (lenitiva e decongestionante, è il trattamento per eccellenza per la sua azione rilassante sul sistema nervoso), i fiori di arancio (lenitivi e rinfrescanti, utilizzati in Aromaterapia per le loro proprietà positive sul tono dell’umore) e la rosa (anti-age, è un ottimo tonico per la pelle del viso, lenitiva e decongestionante per gli occhi stanchi ed arrossati). Ovviamente avendo pelle molto sensibile e reattiva all’acqua, gli idrolati non li uso mai sul viso, ma piuttosto per preparare i miei intrugli per i capelli e sul corpo al posto del profumo, che odio. E anche per oggi è tutto dal magico mondo della eco-bio cosmesi.

Cristina Garavaglia

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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