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Il mio mondo (eco)bio- Ma che cos’è un cosmetico? Di Cristina Garavaglia

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

Fino ad oggi vi ho parlato spesso e volentieri di cosmetici, eco-bio prevalentemente, ma lo sapete cosa si intende per cosmetico? E soprattutto come si legge un etichetta?

Cercherò di spiegarmi nel modo più semplice possibile, sperando di non risultare eccessivamente noiosa, ma prima o poi lo dovevo scrivere questo articolo.

Partendo dall’ABC, vi posso dire che il mondo della cosmesi in UE è disciplinato dal Regolamento 1223/2009, entrato in vigore l’11 luglio 2013 in tutta l’Europa comunitaria.

Il Regolamento spiega perfettamente cosa si intende per Cosmetico: “qualsiasi sostanza o miscela destinata ad essere applicata sulle superfici esterne (epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi genitali esterni), oppure sui denti e sulle mucose della bocca, allo scopo esclusivamente o prevalentemente di pulirli, profumarli, modificarne l’aspetto, proteggerli, mantenerli in buono stato o correggere gli odori corporei”.

Sono quindi del tutto esclusi i prodotti medicinali, i dispositivi medici ed i biocidi, proprio perché il cosmetico non può avere finalità e funzioni terapeutiche.

E adesso vi dirò una cosa sconvolgente, che è bene sapere per non farci fregare dai Claim pubblicitari.

Nessun cosmetico può vantare la capacità di ridurre la cellulite, che è una patologia e non un difetto cosmetico, ma è che qui casca l’asino perché spesso ce lo dicono nelle varie pubblicità, anche se non è permesso dalla legge, quindi come si dice a Milano “Fa balla l’oeucc”.

Attenzione anche ad un’altra fregatura sempre più frequente, purtroppo anche nel mondo eco-bio (e ne potrei fare di nomi, ma evito): i famosi Cosmeceutici (un mix tra cosmetico e farmaceutico).

 Per inciso, si tratterebbe di prodotti cosmetici ad elevato contenuto di principi attivi (pure troppi mi verrebbe da dire, perché significa che sono presenti in quantità ridicole) che promettono miracoli, come prevenire l’invecchiamento, riparare lesioni superficiali o svolgere una funzione antiinfiammatoria, … sì ciao e io sono babbo Natale.

Purtroppo per noi consumatori, siamo di fronte ad un buco normativo terribile perché il Regolamento non li considera proprio, seppur se ne parli da decenni, quindi non li vieta espressamente.

Ma volete un parere gratuito? Si tratta di una trovata di marketing strepitosa ma anche non proprio cristallina (cit. Zago).

Personalmente li lascerei sullo scaffale, anche perché di solito si tratta di prodotti molto cari e mega pubblicizzati, senza considerare che per curiosità ne ho provato qualcuno e di miracoloso non c’è proprio nulla!

Sono invece cosmetici i prodotti per la cura della pelle e dei capelli, per la detersione, per l’igiene dei denti e della bocca, per la depilazione e per la decolorazione dei peli, per la rasatura, il make-up, i profumi e le acque profumate, i solari e gli autoabbronzanti, i prodotti per le unghie. Tutto il resto è come dire fuffa.

Ovviamente ciò non vuol dire che ci possiamo spalmare la qualunque addosso, perché in realtà un prodotto cosmetico potrebbe anche contenere ingredienti in grado di reagire con l’organismo attraverso la pelle, ecco perché è importante saper leggere l’INCI come vi ho spiegato qualche tempo fa.

A sto punto non vi resta che capire cosa ci deve essere scritto in etichetta per non rimanere fregati.

Eh beh anche qui il Regolamento è molto preciso, perciò diffidate se non leggete queste informazioni sulla confezione o sull’imballaggio:

  • il nome e l’indirizzo della persona responsabile,
  • il peso o volume (obbligatoriamente in italiano), ad eccezione dei campioni gratuiti e delle monodosi,
  • la data entro cui il prodotto può essere utilizzato (data di durata minima) oppure il PAO, per i prodotti con durata minima superiore a trenta mesi (= periodo di tempo in cui il prodotto, una volta aperto, può essere utilizzato senza effetti nocivi) contrassegnato dal simbolo di un barattolo aperto e dal numero dei mesi di durata,
  • le precauzioni di impiego (necessariamente in italiano),
  • il Paese d’origine per i prodotti fabbricati in paesi extra UE con la dicitura «made in …»,
  • la funzione del prodotto cosmetico, salvo se risulta dalla sua presentazione,
  • l’elenco degli ingredienti (INCI), di cui abbiamo già parlato abbondantemente.

Ovviamente per confezioni molto piccole (pensate al mascara) le informazioni relative alle precauzioni di impiego o relative all’elenco degli ingredienti possono essere indicate a parte (su un foglio, un’etichetta, una fascetta od un cartellino allegato al prodotto cosmetico), oppure in forma abbreviata, laddove possibile.

Nel caso del sapone e delle perle da bagno, nonché di altri prodotti di piccole dimensioni, le informazioni devono essere riportate su un avviso, collocato in prossimità del contenitore nel quale il prodotto cosmetico è esposto per la vendita.

Fate inoltre particolare attenzione al numero del lotto di fabbricazione che è a dir poco fondamentale per identificare il prodotto cosmetico e risalire al la catena di fornitura, il formato solitamente è alfanumerico, ma può essere deciso dalla Persona Responsabile secondo propria procedura.

Ed ovviamente se anche solo una di queste informazioni dovesse mancare, io direi che di quel presunto cosmetico possiamo fare tranquillamente a meno, risparmiando un bel po’ di soldini.

Cristina Garavaglia

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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