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Il lavoro che uccide: Inail, -29,1% infortuni nel primo bimestre, ma sono già 100 le vittime da inizio anno

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MILANO – Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail nel primo bimestre di quest’anno sono state 86.483 (-29,1% rispetto al febbraio 2022), 100 delle quali con esito mortale (-12,3%). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 10.399 (+28,7%). Lo riferisce l’istituto in una nota. Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nel primo bimestre 2023 sono state 100, 14 in meno rispetto alle 114 registrate nel primo bimestre 2022, quattro in meno rispetto al 2021, otto in meno rispetto al 2020 e 21 in meno rispetto al 2019.A livello nazionale i dati rilevati al 28 febbraio di ciascun anno evidenziano, per il primo bimestre del 2023 rispetto all’analogo periodo del 2022, un decremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 111.975 del 2022 ai 74.916 del 2023 (-33,1%), mentre quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, hanno fatto registrare un aumento del 15,5%, da 10.019 a 11.567.

Nel febbraio di quest’anno il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un -36,4% nella gestione Industria e servizi (dai 103.661 casi del 2022 ai 65.941 del 2023), un +4,2% in Agricoltura (da 3.435 a 3.579) e un +13,9% nel Conto Stato (da 14.898 a 16.963). Si osservano decrementi significativi degli infortuni in occasione di lavoro in alcuni settori produttivi come la Sanità e assistenza sociale (-78,9%), l’Amministrazione pubblica, che comprende l’attività degli organismi preposti alla sanità – Asl – e gli amministratori regionali, provinciali e comunali (-71,8%), e il Trasporto e magazzinaggio (-65,0%).

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