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Dall'archivio:

Il #FuoriSalone visto da Manu Glamour: palazzo Bagatti Valsecchi, di Emanuela Arcidiacono

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

Passeggiando per il centro di Milano, tentando di ripararmi dalla pioggia incessante, che ha caratterizzato la giornata di ieri, mi sono imbattuta,  quasi per caso nel Museo Bagatti Valsecchi.

Da tempo desideravo visitarlo e l’occasione di un’installazione del percorso del Fuorisalone mi ha permesso di farlo.

ll Museo Bagatti Valsecchi è una dimora storica ubicata nel cuore del quartiere Montenapoleone, nell’omonimo palazzo.  È fra le più importanti e meglio conservate case museo d’Europa.

L’installazione permanente durante la settimana del Salone che ho potuto ammirare è stata curata da Decruuz.

L’azienda tessile belga attraverso sette tableaux in fibra metallica dorata, realizzati con antiche tecniche artigianali e tecnologie contemporanee, offre al visitatore un’iconica rappresentazione del femminile.

L’artista nel Mostrare i volti di queste sette donne sottolinea quanto nel passato donne completamente anonime vennero rese celebri dall’opera di pittori che, immortalando le loro immagini sulla tela, le avrebbero fatte diventare famose agli occhi dei contemporanei ma soprattutto ai posteri.

Il quesito che una mostra del genere si pone è quanto l’immagine femminile moderna, catturata dai social network, possa essere trasferita ai futuri contemporanei o semplicemente rappresenti un’effimera forma di vanità.

Un vero e proprio dubbio amletico a cui ciascuno di noi potrà attribuire la propria risposta.
Affascinante ammirare tanta bellezza all’interno di un luogo in cui la bellezza è l’aria stessa che si respira.

Mi ha profondamente colpito pensare che tutti gli oggetti che caratterizzano quelle stanze siano stati oggetti di uso comune in epoche passate.

Che qualcuno abbia dormito in quelle stanze ( perfino i materassi sono originali, ed ho dovuto dar fondo a tutta la mia buona educazione per non toccarli, tanta era la curiosità).

Pensare che del vino sia stato servito in quelle enormi brocche,  magari durante una festa, ha solleticato la mia fantasia.

Il connubio tra il passato ed il presente, l’arte e la contemporaneità, sono pane per lo spirito e stimolo per la mia mente.

E credo possano aiutare a vivere meglio.

Emanuela Arcidiacono

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