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Il ‘Fornaroli’ di Magenta: “Una eccellenza da difendere”

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In sala consiliare, ieri sera, l’incontro organizzato dalla Fondazione dei nostri ospedali.  La dottoressa Luciana Parola e il collega  Michele Meschia hanno illustrato ai cittadini le ultime novità. Il DG Massimo Lombardo: “L’interazione col territorio sempre più al centro della nostra azione”.

MAGENTA –  Seconda puntata a Magenta dell’iniziativa ‘l’Ospedale in dialogo con il territorio’ a cura della Fondazione che raggruppa i quattro presidi sanitari del nostro territorio. In sala consiliare, ieri sera, una folta rappresentanza di medici e operatori nel campo della salute, accanto il Direttore Generale  dell’ASST Ovest Milano Massimo Lombardo e al dottor Giorgio Cerati che ha fatto da ‘regista’ al dibattito sviluppatosi. Presenti diversi ospiti istituzionali, a cominciare dagli Assessori regionali del territorio Luca Del Gobbo e Massimo Garavaglia, quindi, il sindaco Chiara Calati, ‘padrona di casa’, con lei i colleghi di Robecco sul Naviglio e Sedriano  Fortunata Barni e  Angelo Cipriani. “Vogliamo un ospedale sempre più vicino al territorio – ha commentato – in questa direzione vanno i lavori per il nuovo Pronto Soccorso con un investimento dalla Regione vicino ai 20 milioni di euro. Il nostro nosocomio – ha aggiunto il primo cittadino – è un’eccellenza che vogliamo ancor più valorizzare”.

Luca Del Gobbo  dopo la delusione per EMA sfumata al sorteggiato ha rilanciato: “Il nostro territorio ha una vocazione precisa. Milano e provincia debbono cogliere la sfida per realizzare una vera e propria Silicon Valley di Scienze della Vita e questa direzione vanno gli stanziamenti fatti da Regione Lombardia per la cura dell’epatite cronica (3 milioni di euro) e della sindrome di Becker (altri 3 milioni di euro)”.

“In Regione Lombardia – ha aggiunto l’Assessore Garavaglia – facciamo l’esatto opposto di quanto fa lo Stato centrale. Ai continui tagli inferti, infatti, che ammontano per adesso a 500 milioni di euro sul Fondo Sanitario Nazionale e altri 694 milioni di euro per l’edilizia sanitaria, rispondiamo mettendo ancora più benzina sulla leva degli investimenti, tanto che in Sanità abbiamo messo un plafond complessivo di 700 milioni di euro spendibili entro il 2019. Ma un buon ospedale è fatto soprattutto dai professionisti che vi lavorano, sono loro che fanno la differenza. A voi – ha concluso Garavaglia – va il mio plauso”.

E’ stata quindi la volta di Luciana Parola, che ha parlato del dipartimento materno infantile. Il primario ha evidenziato soprattutto le nuove problematiche che i medici si trovano ad affrontare con una crescita preoccupante dei giovanissimi che sono seguiti per problematiche di natura comportamentale. Quindi, una sottolineatura per quanto riguarda l’ostetricia. A Magenta sono nati nel 2016 1.435 bambini, con una percentuale di cesarei che non supera il 19%.

Molto bene anche la Pediatria con 1.500 ricoveri anno e, imponente, lo sforzo messo in campo sul fronte delle vaccinazioni: oltre 6 mila quelle per il meningococco di tipo C e altrettante per quelle di tipo B negli ultimi 12 mesi. “Uno impegno davvero notevole” ha commentato la dottoressa Parola.  Cresce anche l’attenzione per le problematiche legate allo spettro autistico. Qui il DG Lombardo ha evidenziato: “Stiamo cercando di collaborare con tutte quelle realtà che sono presenti nel nostro territorio. Vogliamo fare rete con le esperienze più virtuose già attive”.

Il dottor Michele Meschia si è invece soffermato sul nuovo dipartimento addomino pelvico. “Una realtà unica e trasversale ai nostri quattro presidi. Qui – ha continuato – pratichiamo una chirurgia mini invasiva. Si tratta di un progetto innovativo che abbiamo portato avanti con i colleghi del Sant’Anna di Como”.

La seconda parte della serata – seguendo quanto prevedono i dettami della riforma socio sanitaria lombarda – è stata dedicata alla continuità assistenziale.

Da qui gli interventi di Alba Sciascera e del collega Giuseppe Borroni in rappresentanza entrambi della Azienda Speciale Consortile ‘Don Cuni’ del Magentino. In questa prospettiva si sono così collocate le testimonianze riportate. “Abbiamo avviato il ‘Progetto Ponte’ basato sulla telemedicina e la presa in carico dei pazienti complessi. Abbiamo così avviato un reparto con 10 posti letto ai quali ci siamo approcciati secondo un percorso multidisciplinare. Oggi – ha concluso la Sciascera – abbiamo trattato sin qui 732 storie di vita”.
In chiosa Borroni ha portato una serie di elementi che danno la cifra di quanto ormai la ‘Don Cuni’ sia una realtà profondamente calata nel territorio del Magentino: un indice di saturazione dei 100 posti letto pari al 99,7% e oltre 500 utenti trattati come assistenza domiciliare nel solo 2016.

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