― pubblicità ―

Dall'archivio:

Il corsivo encefalogramma dell’anima. Pinocchio e l’arte del restauro

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Fin da piccola ho sempre ammirato un Pinocchio di gesso che vedevo nel giardino di mio zio. Mi piaceva perché il piccolo bambino di legno era assorto nella lettura di un abbecedario, e il mondo dei libri è sempre stato il mio habitat naturale. Dovendo i miei zii traslocare, quest’estate mi sono arrischiata a domandare loro quella scultura ormai vecchia e rovinata: anche il lungo “nasino” caratteristico era caduto!

Ed eccomi qui ad osservare il mio Pinocchio, pronta a ripararlo e a ridipingerlo. Dev’esserci una sorta di sacralità nell’arte del restauro. Chi lo fa per lavoro è una persona molto fortunata perché ha la possibilità di riportare un oggetto alla sua bellezza originaria, restituendogli dignità. Ci vuole molta pazienza, attenzione e precisione in questa attività: il Pinocchio in questione è lì che ti guarda sospettoso e ti chiede di essere trattato con delicatezza e profondamente rispettato nelle sue caratteristiche originarie.

Mentre mi immedesimo con pennelli e colori in questo lavoro mi accorgo che questo movimento è esattamente il nostro stesso dovere come educatori nei confronti di chi è più piccolo. Nella famosa fiaba di Collodi, Pinocchio non doveva forse diventare un bambino vero? E come si fa a diventare uomini veri? A mio parere educare non significa inculcare nozioni o posizioni ideologiche, ma preparare il terreno affinché emergano le potenzialità personali di ognuno, nell’assoluta stima dell’individualità e delle particolarità di ciascuno.

In particolare, pensando al mio lavoro come rieducatrice della scrittura, so che quando aiuto un bambino che ha difficoltà nel tratto grafico, non devo imporre a lungo un certo modello calligrafico: la scrittura è infatti un gesto altamente personale, che riflette l’interiorità. Devo soltanto decondizionare da apprendimenti disfunzionali e scorretti così che la persona possa poi essere libera di esprimersi come la propria personalità le propone.

Devo davvero ringraziarlo, questo piccolo Pinocchio: è proprio vero che i più grandi insegnamenti ce li regalano i bambini!

 

Irene Bertoglio è scrittrice, grafologa, rieducatrice della scrittura e perito grafico-giudiziario. Per anni ha gestito una struttura nell’ambito formativo ed educativo. Ha tenuto e tiene numerosi corsi di aggiornamento e innovativi progetti sperimentali nelle Scuole dell’Infanzia, Primaria e Secondaria, soprattutto di prevenzione della disgrafia e di orientamento scolastico e professionale. È autrice di diversi libri, tra cui, con lo psicoterapeuta Giuseppe Rescaldina: “Il corsivo encefalogramma dell’anima” (Ed. “La Memoria del Mondo”). È direttrice dell’Accademia di Scienze Psicografologiche con sede nel centro di Magenta, che organizza corsi e incontri di psicologia, grafologia, calligrafia e non solo (www.psicografologia.wordpress.com). *L’autrice è contattabile all’indirizzo [email protected].

 

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi