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Il Corsivo encefalogramma dell’anima: come combattere le lacune della scrittura nei più piccoli

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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MAGENTA – Per poter acquisire in modo sicuro e definitivo l’apprendimento della scrittura, i bimbi di 6 e 7 anni necessitano di un “giusto tempo” e di un graduale insegnamento al gesto grafico. Purtroppo, a causa dell’emergenza sanitaria e di motivi legati alla didattica a distanza e alle continue interruzioni e disagi in ambito scolastico, quest’anno, il tempo e l’attenzione necessari all’apprendimento dei requisiti di base per poter imparare a scrivere non hanno potuto essere rispettati.

Occorre correre ai ripari per non arrendersi rispetto ad un tema fondamentale per l’educazione dei più piccoli, oggi dimostrato anche scientificamente: non imparare a scrivere a mano determina importanti lacune sul fronte cognitivo ed emotivo, nonostante la scrittura digitale si presenti ai nostri occhi come un valido sostituto ad una millenaria abilità manuale. Le neuroscienze affermano che scrivere in corsivo accende il cervello molto più efficacemente rispetto all’utilizzo del carattere stampato e della tastiera.

Un dato a mio parere da non sottovalutare di questi tempi. La pratica della scrittura a mano ha dei risvolti positivi anche sulla sfera psicologica della persona, aiutandola a contrastare ansia e demotivazione, due fattori che non a fatica si presentano massicciamente in tempi così difficili come quelli attuali.

La scrittura combatte inoltre l’impoverimento delle operazioni mentali e contrasta la difficoltà nella soglia di mantenimento dell’attenzione. Ritengo che vi sia pertanto la necessità di un intervento mirato al recupero di abilità tanto importanti da costituire il pilastro della programmazione dei primi due anni di Scuola Primaria, un intervento a posteriori che possa dare la possibilità ai bimbi di rimettersi alla pari e di veder garantito il loro diritto ad un apprendimento lineare, base sulla quale formare la propria autostima e sviluppare la propria personalità. Negli ultimi anni, in Italia, continuano ad aumentare le diagnosi di disgrafia e, più in generale, dei disturbi di apprendimento.

Tale dato dimostra l’abilità sempre minore dei bambini nel muovere le mani in modo abile e nel saper scrivere bene. Per tali ragioni metto a disposizione la mia professionalità per consulenze online rivolte ai genitori e sedute grafologiche per i bambini che presentano lacune non certo per colpa della loro negligenza. Per una società, sicuramente tecnologica, che non vuole però vedere perse delle abilità prettamente umane che ancora ci distinguono dalle macchine.

psicologiadellascrittura@gmail.com

Irene Bertoglio è scrittrice, grafologa, rieducatrice della scrittura e perito grafico-giudiziario. Per anni ha gestito una struttura nell’ambito formativo ed educativo. Ha tenuto e tiene numerosi corsi di aggiornamento e innovativi progetti sperimentali nelle Scuole dell’Infanzia, Primaria e Secondaria, soprattutto di prevenzione della disgrafia e di orientamento scolastico e professionale. È autrice di diversi libri, tra cui, con lo psicoterapeuta Giuseppe Rescaldina: “Il corsivo encefalogramma dell’anima” (Ed. “La Memoria del Mondo”). È direttrice dell’Accademia di Scienze Psicografologiche con sede nel centro di Magenta, che organizza corsi e incontri di psicologia, grafologia, calligrafia e non solo è direttrice della collana editoriale Scripta Manent. L’autrice è contattabile all’indirizzo psicologiadellascrittura@gmail.com.

 

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