― pubblicità ―

Dall'archivio:

Il caso di Carlotta Benusiglio: la stilista impiccata a Milano aveva due lesioni al collo

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

MILANO/MAGENTA – Si torna a parlare del discusso caso della morte di Carlotta Benusiglio, la stilista trovata impiccata ad un albero di Piazza Napoli a Milano nella notte tra il 30 e il 31 maggio 2016. Un caso controverso, la cui esatta dinamica è ancora al vaglio degli inquirenti.

In un primo momento si parlò di suicidio, il caso andò verso l’archiviazione dopodiché, dietro pesanti pressioni della famiglia e una campagna mediatica incessante che ha visto la sorella Carlotta, spesso protagonista a Quarto Grado, la popolare trasmissione in onda su Rete 4, il venerdì sera, sono emersi nuovi elementi che hanno portato alla riapertura del caso giudiziario di cui il nostro quotidiano on line si è occupato fin dall’inizio.

Perché questa brutta storia porta fino a Magenta. L’allora fidanzato di Carlotta era infatti Marco Venturi, rampollo di una famiglia molto conosciuta in città e titolare di attività imprenditoriali importanti negli anni Ottanta.

Dopo un periodo di relativa calma piatta  il portale de La Repubblica on line con il collega Sandro De Riccardis, nerista affermato e profondo conoscitore della cronaca giudiziaria, oggi ha riacceso i fari su questa vicenda che sarebbe potrebbe essere vicina ad una svolta. Ma veniamo a quanto riportato dal noto quotidiano nazionale nella sua versione web. 

“Dopo i pareri contrastanti dei due medici legali (febbraio 2018) che erano stati nominati dalla procura — uno che ammetteva tra le ipotesi “la presenza di una persona che strangolava la vittima”, l’altro che propendeva per il suicidio — il nuovo pubblico ministero titolare del fascicolo, Gianfranco Gallo, ha ordinato nuovi esami, il cui esito è rimasto finora riservatissimo. Uno in particolare, il test con la glicoforina, ha convinto la procura che la ragazza sia stata posta nella posizione tipica dell’impiccamento, appoggiata all’albero di piazza Napoli con la sciarpa intorno al collo che pendeva da un ramo alto due metri e quaranta centimetri, quando era già morta”.

Ma veniamo ai particolari importanti, che potrebbero essere decisivi ai fini dell’indagine: 

“L’esame ordinato dal pm dottor Gallo è in grado di stabilire se una ferita è stata provocata su un corpo vivo o morto. E sul collo di Carlotta, gli esperti della procura hanno individuato due lesioni. La prima, all’altezza della tiroide, è risultata una “lesione vitale”, perché il corpo ha rilasciato un quantità di sangue tale da dedurre che Carlotta in quel momento fosse viva. La seconda, quella che provocata dal solco della sciarpa, è definita “poco vitale”, cioè venutasi a creare su un corpo ormai morto. Il sangue rilasciato sul collo della vittima è stato minimo. Una reazione che si verifica quando il cuore ha già smesso di pompare: al momento della lesione Carlotta sarebbe stata già morta”.

LA TESI DELLA “MESSA IN SCENA”

Per questo, la convinzione degli investigatori è che le due ferite siano avvenute in momenti diversi. Un primo strangolamento sul collo, con Carlotta viva. Il secondo quando la ragazza era priva di vita, con la messa in scena — secondo l’indagine — di un suicidio per impiccagione. Secondo questa ricostruzione, un lembo della sciarpa sarebbe stato avvolto intorno al collo della vittima già morta, l’altro lembo fatto passare sopra il ramo e tirato con forza verso il basso.

 

Adesso potrebbe aprirsi a settembre l’iter per omicidio volontario. Dopo una serata movimentata tra bar e accesi litigi, i due fidanzati dal raggio delle telecamere della zona poco prima delle 3.40, quando compare il corpo appoggiato all’albero e legato alla sciarpa. Ma due minuti dopo, alle 3.42, si vede di nuovo Venturi in piazza Napoli, mentre si muove verso viale Misurata. Per questo, la procura ha fatto ricorso al Riesame contro la decisione del gip. Una decisione che arriverà a settembre. Poi, come detto, chiuse le indagini la Procura chiederà di procedere il processo per omicidio volontario.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi