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Dall'archivio:

Il calcio visto.. al femminile. Sul campo e sulle ‘curve’- di Lisa Modugno

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

 

MILANO – Il calcio non è più, ormai da tempo, esclusivo appannaggio maschile. La nostra Lisa Modugno ha intervistato una ragazza che lo ha giocato e lo  segue ancora con passione, da una curva. Buona lettura!

Quando è cominciata questa tua passione?

V.R:  Sono nata e cresciuta in un piccolo paese a nord di Milano alla fine degli anni 90′. La mia                      famiglia è sempre stata amante del calcio, e coloro che mi hanno spinto a coltivare questa mia   passione sono stati sicuramente mio padre e mio nonno materno.  A 9 anni cominciai a giocare in una società maschile perché in quei tempi le scuole calcio femminili erano molto poche e lontane da casa. Se devo essere sincera, il fatto di giocare con i bambini non mi dispiaceva perché il fatto di essere considerata la “meno brava” mi spronava a dare sempre di più, fino ad arrivare a giocare qualche partita, con parte della squadra costretta a vedermi giocare dalla panchina.  Sono andata avanti a giocare fino ai 17 anni, quando ho dovuto smettere a causa dell’università ma, nonostante ciò, continuo a interessarmi di calcio periodicamente.

Quando hai cominciato a frequentare la curva?

V.R.Avevo circa 16-17 anni. Mio padre, che a sua volta frequentava la curva quando aveva la mia età, mi portò a vedere lì la partita di milan-juventus e fu amore a prima vista. Ciò che mi colpì fu la voglia di spronare i giocatori in campo tramite i cori, anche durante una sconfitta.

 

Cosa pensi del calcio femminile?

V.R.Nonostante non abbia la stessa spettacolarità del calcio maschile, lo ammetto e lo riconosco, si tratta comunque di donne che fanno del calcio la loro vita, che sono costrette ad enormi sacrifici e a duri allenamenti. Già solo riconoscendo questo, il fatto di dare dignità ad entrambe le versioni di questo gioco dovrebbe essere scontato. Penso che al giorno d’oggi molte più bambine chiedono ai loro padri di giocare a calcio, magari ancora con un filo di imbarazzo nella voce, e ciò comporterà uno sviluppo progressivo nei prossimi anni di questo gioco.

 

Come vengono viste oggi le ragazze che, come te, hanno questa passione?

V.R.Se dovessi usare un solo termine ti direi “sottovalutate”. Le reazioni di fronte ad una ragazza che si interessa di calcio sono essenzialmente due: la prima è lo sbigottimento e l’incredulità , la seconda è  la sottovalutazione: quel sorriso che ti trasmette in maniera tutt’altro che velata che la tua conoscenza di calcio si ferma al “quanto è bello quel calciatore piuttosto che quell’altro” . Il secondo è ovviamente l’atteggiamento che irrita di più, ma anche più ti spinge a dimostrare che i luoghi comuni riguardo alle donne e il calcio siano infondati e a far svanire, una volta compreso ciò, quella smorfia beffarda dalla.

 

Cosa rappresenta per te il calcio?

V.R.Per me, come per tutte le ragazze che si ritroveranno nelle mie parole, il calcio non corrisponde solo a  22 individui (maschi o femmine che siano) che rincorrono un pallone; per me è molto di più. Il calcio è diventato oltre che un hobby, uno stile di vita e il tifo della squadra del cuore diventa parte della tua vita e la condiziona. La rabbia e il rimorso dopo una partita vinta piuttosto la sensazione di toccare il cielo dopo aver vinto una competizione sono sensazioni inspiegabili a chi vede questo sport in maniera totalmente razionale.

Lisa Modugno

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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