GALLARATE – Cambia la strategia difensiva di Nino Caianiello e dei suoi legali e arrivano le prime, seppur parziali, ammissioni di soldi incassati, senza mai confermare, comunque, che si trattasse di tangenti.
Il ‘ras’ di Forza Italia Varese e presunto ‘gran burattinaio’ nell’inchiesta avviata dalla Dda milanese ‘Mensa dei poveri’ , infatti, – come riportato nelle scorse ore da diverse agenzie – pare aver iniziato a collaborare con gli organi inquirenti. Tanto che nei prossimi giorni si terrà un nuovo interrogatorio davanti ai PM.
La vicenda è quella che ha portato ad un ipotizzato giro di mazzette, nomine, appalti pilotati e finanziamenti illeciti e che lo scorso 7 maggio ha portato a 43 misure cautelari, tra cui quelle per gli esponenti di FI Pietro Tatarella e Fabio Altitonante. Attualmente ricordiamo che Altitonante è tornato in libertà in attesa del processo e per Tatarella, proprio l’altra settimana, è arrivato il via libera per i domiciliari, schiudendosi le porte del carcere.
Caianiello, dopo che, per bocca del legale, aveva fatto sapere di non escludere di poter affrontare un eventuale processo a dibattimento, negando sempre, e restando sempre più solo (anche in carcere visto che i presunti sodali hanno tutti o quasi raggiunto un accordo per il patteggiamento tornando liberi), avrebbe fatto delle parziali ammissioni.
In particolare, in un interrogatorio dello scorso 6 agosto l’ormai ex Ras della politica locale avrebbe spiegato di aver ricevuto soldi dall’ex segretario di FI a Gallarate Bilardo nell’ambito di una presunta vicenda corruttiva in città.
I magistrati entro fine agosto dovrebbero depositare l’avviso di conclusione delle indagini chiedendo il giudizio immediato per tutti gli indagati sottoposti a misura.