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Il 25 Aprile in città: la Magenta democratica e antifascista è scesa in piazza

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MAGENTA – Ieri, 25 Aprile, 74 esimo anniversario della Festa della Liberazione, la Magenta democratica e antifascista è scesa in piazza per il tradizionale corteo.  Presenti gli esponenti istituzionali, con il Sindaco Chiara Calati, il presidente del Consiglio comunale Fabrizio Ispano, insieme a diversi consiglieri comunali di maggioranza e minoranza. Nutrita come sempre la rappresentanza di ANPI, insieme ad altre realtà dell’associazionismo come Le Rose di Gertrude impegnate nelle battaglie contro le differenti forme di discriminazione. Non sono mancati poi gli esponenti dei diversi partiti politici.

Al termine della manifestazione il sindaco Chiara Calati, ha lasciato un commento sulla libertà – tratto dal suo intervento –  dalla sua pagina facebook che qui riprendiamo: << Una riflessione sulla libertà nel tempo odierno. Nel discorso in chiusura del corteo per il XXV aprile ho voluto proporre una domanda: migliaia di persone sono morte in nome della libertà. Ma noi oggi siamo veramente liberi? Dovremmo fermarci a riflettere sulle schiavitù da cui è afflitto il nostro tempo: la schiavitù dell’individualismo e del pensare solo a se stessi, accorgendosi degli altri solo in caso di necessità o sofferenza; la schiavitù dell’odio e della violenza, non solo fisica ma anche verbale, contro tutto e contro tutti anche per le questioni più banali; la schiavitù dello scontro continuo e l’ossessione dell’altro come nemico; la schiavitù della falsità; la schiavitù della discriminazione, ancora troppo presente nella nostra società nei più svariati ambiti e a diversi livelli. Per costruire un vivere civile degno di questo nome dovremmo allora pensare di liberarci da queste schiavitù, nel ricordo di chi per la libertà e per il valore del bene collettivo ha dato la vita, indipendentemente dai colori, dagli schieramenti e oltre le ideologie>>.

Parole che uniscono, che vanno oltre la fede politica, oltre quelle provocazioni che sistematicamente si ripropongono in questa circostanza e che certo non concorrono alla costruzione di una vera coscienza di popolo unito.

F.V.

 


 

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