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Ideal, ‘ni droite ni gauche’. La lezione di ET ai nuovi manichei

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Con la puntualità del più ferreo appuntamento, un amico mi inoltra un articolo dedicato all’inaugurazione di un nuovo locale sito all’interno dell’edificio detto Ideal: “Il tempio della sinistra magentina”. Leggo della trasformazione attuata. E colgo, mentre scrivo, il significato di trafugamento molto più che quello di trasformazione. Quindi, nella forma concettuale del reale razionale, in entrambi i contesti, quello della cooperativa comunista (Ideal) e quello della cooperativa cattolica (Ambrosiano) collimano nel destino parallelo. Il Forno Ambrosiano, sito in via Garibaldi, che per circa un secolo è stato riferimento di una comunità acrematista, negli ultimi decenni di gestione fallimentare è stato, l’immobile, convertito ad uso ristorativo capitalista. Messo dunque in affitto e con i proventi, sia del primo lotto come della restante parte, si andranno a coprire il debito pregresso. Parimenti per la Cooperativa Rinascita, titolare della palazzina Ideal. Duole, a me, che il settimanale diretto da Ersilio Mattioni oggi titoli: “Ideal, la svolta a destra di un epoca gloriosa”. E si avanzano dubbi sull’operato di Antonio Frascone che, se non leggo errando, è il presidente della Cooperativa Rinascita titolare del locali affittati sia al neo american bar che alla sala da ballo, già preesistente, sita al piano superiore. A memoria la Cooperativa Rinascita data dall’immediato dopoguerra. Anni sepolti. E mi sorrido identificandomi in questo cimitero dicendomi io ero del’58, in cui, nel mio coniugare all’imperfetto il vivente sottoscritto il lettore coglierà, nell’ironia, la somma tragedia. È andata così. L’ordoliberismo del capitale, che non potrebbe essere diversamente altrimenti, ci ho impiegato i miei anni tutti a comprenderlo, dispone di se stesso al meglio della rendita. Pertanto, considerando il Mattioni già dottore in filosofia, mi meraviglio dell’impostazione a cliché del suo periodiare iniziando dal linguaggio impersonale. Antonio Frascone, credo ancora comunista (non saprei indicare di quale metodo) ha fatto, da presidente di una cooperativa indebitata, i conti con i conti. O si mette mano al portafoglio di ogni singolo socio o si mette a rendita l’immobile. La banca fiduciaria non frappone discussioni, vuole il danaro.

La potenza immanente del danaro trascende ogni trascendenza. È un fatto. Che poi, e qui colgo il cliché giornalistico, si individuino i soggetti affittuari o presenti all’inagurazione come soggetti di destra, da cui il malpancismo del si dice impersonale, viene davvero tanto da ridere. Meglio sorridere. Si identificano, nominandoli, come soggetti di destra soggetti che sono autoreferenziali a se stessi, gli stessi che in un pubblico dibattito non sapranno ne hanno saputo cavare un idealismo di destra manco a suggerirlo. Di là dal tritume diopatriafamiglia, buono forse per il riflesso cieco dello specchio. Sono semplicemente persone del nostro tempo che vivono il contemporaneo. E mi spiego bene. La giunta di Magenta si produce nella proibizione di una messa da officiare all’aperto adducendo la non sacralità del campo. Il grottesco si è fatto quotidiano. E cadendo Dio, ricondotto a soggetto burocratico, cade l’impalcatura di una cosiddetta destra. Poi ci sarebbe da domandarsi, e rispondersi, sei Dio sia tesserato o tesserabile. Il grottesco avanza a grandi passi. Questa giunta è, nel suo fare, il nulla, null’altro che nichilista. Vive del mondano. Prospettiva e visione d’insieme kaputt. Sarebbe destra? Sinistra? Non imposta alcuna prospettiva. Vabbè, l’autentico sacerdote è il barman il quale risponde esclusivamente al desiderio del cliente che corrisponde alla prestazione un soldo che finisce nella registrazione di cassa e batte così il Din, non più e mai più sulla torre antica, ma nelle viscere del divino immanente che è l’anonimo danaro, autentica totalitas ante omnia (Tommaso) che governa sia nella immanenza che in trascendenza. Tutto qui.

Emanuele Torreggiani

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