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Ics Maugeri, nell’ambulatorio di Milano arrivano nuove riabilitazioni

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Inaugurata una avveniristica palestra con un tapis-roulant/computer che mappa lo stato di salute
MILANO – Il poliambulatorio di via Clefi a Milano, realtà radicata nel capoluogo meneghino di Ics Maugeri da almeno due decenni, si doterà di una nuova e avveniristica palestra dedicata alle cure riabilitative. Il centro già da tempo offre prestazioni di alta specializzazione comprendenti la diagnosi e la valutazione per patologie acute e post-acute, caratterizzate, come in tutto il gruppo Maugeri, da percorsi diagnostici e terapeutici di carattere multidisciplinare.
 

 Nella foto sopra una clinica del gruppo Maugeri

Lo spazio si avvarrà di una nuova strumentazione d’avanguardia, compreso un tapis-roulant/computer capace di analizzare attraverso pochi minuti di camminata lo stato di salute complessivo del paziente. Gli spazi di via Clefi sono rinomati anche per la loro specializzazione in senologia, con un afflusso giornaliero di 70-80 donne in media, come osserva il direttore Alessandro Procaccini, che accedono per screening e mammografie, avvalendosi di un’equipe composita formata da “diagnostica, oncologo di supporto, plastico, nutrizionista e psicologo”.

L’idea è stata quella di ampliare i servizi del centro, affiancando alla specialità senologica e alle altre attività di monitoraggio tutto un comparto che possa aiutare i pazienti con terapie riabilitative ad hoc in base a molteplici casi, in campo ortopedico ma non solo. Come sottolinea il presidente di Ics Maugeri Luca Damiani all’agenzia Dire, questa palestra “è un valore aggiunto in più non solo per la riabilitazione della donna ma per tutti coloro che hanno bisogno di una riabilitazione complessa, che è la nostra specificità”. Infatti, “quando si parla di riabilitazione – va avanti Damiani – si parla sempre, forse un po’ più superficialmente, di quella motoria”, tuttavia “la nostra è rivolta più a quella pneumologica, cardiologica, neurologica, e quindi sono aree che richiedono un’attenzione diversa e su cui abbiamo costruito una nicchia di mercato”.

In effetti, la struttura del poliambulatorio potrebbe ricordare l’organizzazione di un vero e proprio ospedale di comunità, così come chiede la nuova direttrice nazionale, mutuata nella riforma sanitaria lombarda approvata a novembre. Tutte esigenze, queste nei confronti della medicina di prossimità, nate a cavallo della crisi pandemica, ma che Ics Maugeri aveva già intercettato: “Noi abbiamo iniziato ad investire già in pre-pandemia nello sviluppo territoriale delle nostre cure”, ricorda il direttore Alessandro Procaccini, e questo “per dare continuità di assistenza ai pazienti che noi trattiamo per diversi giorni all’interno dei nostri istituti ospedalieri e che poi quando rientrano al domicilio hanno necessità di un supporto”.

Ora, la realtà si mette a disposizione non solo dei pazienti fuoriusciti dai propri centri ma di “qualsiasi altro paziente avesse bisogno di un trattamento riabilitativo per contenere tutti quelli che sono gli eventi collegati alla patologia principale”. Insomma “le attuali novità legislative non ci hanno trovato impreparati“, sottolinea il direttore, e questo perché “avevamo già un piano di sviluppo ben determinato”.

Nel corso della mattinata è intervenuto anche il vicepresidente di Ics Maugeri Giovanni Fattore, che ha ricordato come la direttrice del Pnrr in teoria chiede un potenziamento dell’assistenza territoriale a fronte di un “depotenziamento” di quella ospedaliera, una formula che sul territorio lombardo viene declinata attraverso una virtuosa collaborazione tra pubblico e privato, mentre più in generale sullo sfondo va avanti da mesi (anzi da anni) il dibattito su una dicotomia che invece deve farsi sodalizio. “In ballo ci sono 15 miliardi di investimenti, che per legge andranno tutti alle strutture pubbliche: quello che è in discussione è la consapevolezza che poi non ci sono le condizioni di far funzionare queste strutture con risorse interne ma è necessario anche il coinvolgimento del privato”. Ad ogni modo, Fattore riconosce nella Regione Lombardia una sensibilità sul tema, e infatti annuncia come “una parte del potenziamento dell’assistenza territoriale” in Lombardia in particolare, “coinvolgerà strutture come questa”.

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