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I vent’anni dalla morte di Lady D nelle parole della nostra Manu Arcidiacono

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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Lady Diana Spencer. Lady D. La Principessa del popolo, la Principessa nei cuori della gente. Ricorrono oggi i vent’anni dalla tragica scomparsa nel tunnel dell’Alma a Parigi di questa donna dalla figura così controversa.  Osteggiata dalla Famiglia Reale, nella quale entrò a far parte poco più che ventenne ed adorata ed osannata dal popolo. Reputo che sia impresso nella memoria di tutti noi il giorno del suo matrimonio, nel 1981, definito un matrimonio da favola, trasmesso in mondo visione. Ero una bambina e ricordo perfettamente quelle immagini che si susseguivano la carrozza, i cavalli, lo strascico infinito, i mille paggetti, sembrava davvero la realizzazione delle fiabe della buonanotte. Avremmo imparato tempo dopo che il vissero felici e contenti non ne sarebbe stato l’epilogo. La vita di Lady Diana fu scandagliata, scannerizzata, oggetto di grande curiosità. Era tutto così diverso nell’epoca prima di internet, ma i tabloid sembravano ossessionati dalla Principessa, al punto da averla inseguita fino all’ultimo giorno, probabilmente essendo causa involontaria dell’incidente mortale. Ricordo le immagini di Diana a sciare con i figli, il celebre video al parco divertimenti con loro sul “colorado boat”, di una madre amorevole, giovane e moderna. Le immagini di quel volto timido, impacciato, dall’espressione triste, con il capo chinato da una parte, le metamorfosi fisiche, il dimagrimento improvviso, la solitudine sulla panchina davanti al Taj Mahal. Ma ricordo anche il celebre ballo con John Travolta (all’apice della carriera) durante una visita alla Casa Bianca. Il crescere infuse sicurezza in Lady Diana, sempre più indipendente, paladina di moltissime cause umanitarie, per le quali si prodigava sinceramente e con grande impegno. Il cambiamento interiore fu ben presto visibile anche all’esterno, rendendo la Principessa sempre più bella. Oltre ad adoperarsi per stilisti inglesi emergenti,indossando le loro creazioni, le Maison più famose facevano a gara per curare i suoi outfit. Dior creò per renderle omaggio la celebre Lady Dior, borsa attualissima e di grande classe. Credo però che il connubio più efficace, però, fu quello con Gianni Versace, al funerale del quale Lady Diana partecipò nel Duomo di Milano; chi avrebbe immaginato che solo dopo poche settimane anch’ella sarebbe scomparsa.

Lo stilista la rese molto più femminile, spiccatamente sensuale e decisamente sofisticata. La celebre intervista rilasciata alla BBC nella quale parlava di un “matrimonio troppo affollato” rappresentò il culmine della metamorfosi. Con il divorzio la Principessa riuscì ad affrancarsi da una Famiglia Reale ostile, e così diversa da lei, talmente distaccata da creare un caso mediatico allora per la mancanza di dichiarazioni di cordoglio, strettamente legate a rigidi dettami dell’etichetta ( trama del celeberrimo film The Queen), che ancora oggi desta scalpore per la propria assenza ( solo gli adorati figli William ed Harry hanno reso omaggio alla madre, insieme a Kate Middlenton, Duchessa di Cambridge, nel “giardino bianco, una porzione del parco di Kensington Palace a Lei dedicato).

L’amore con il cardiochirurgo pakistano Hasnat Khan, si dice sia stato il suo ultimo grande amore. Merito suo fu la partecipazione della Principessa alla celebre campagna contro le mine antiuomo in Angola, che in seguito conseguì il Nobel per la pace.

La liaison con il giovane miliardario Dodi Al Fayed, con cui Diana trascorse l’ultima estate è il ricordo più nitido e vivido nella mia mente. Il costume intero giallo, quello azzurro, lo yacht dalle dimensioni spropositate, le immagini al sole e quelle di una donna pensierosa sulla imponente prua. La Sardegna, la tappa a Montecarlo e quella notte a Parigi conclusasi tragicamente. Ogni settimana mia madre acquistava il settimanale Gente, dove campeggiavano le foto di quella che un tempo veniva definita la principessa triste, ed ogni settimana adoravo osservarne le fotografie patinate. Dopo la sua scomparsa, la mamma decise di conservare quei numeri come ricordo, perchè sembrava fosse mancata una persona di famiglia. La nostra commozione fu spontanea e sincera. E le lacrime che versammo mentre Sir Elthon John intonava Candle in the wind, bruciano ancora oggi sul mio volto.

 

Emanuela Arcidiacono

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