― pubblicità ―

Dall'archivio:

I Talebani ‘vendicano’ la Vandea e si (ri)prendono la Francia, rinverdendo i fasti di Gigi Rizzi

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

 

“Non capitò a Gigi Rizzi perché fu maschio e mastro e l’elogio del maschio – a questo punto – coincide con l’elogio del padre.

I padri non ci sono più perché non ci sono i maschi, quelli capaci di fare una storia d’amore con un solo sguardo; quelli saputi di Cointreau e di Marlboro; quelli che facevano felici le figlie con un sorriso aprendo con loro al tavolo una mano di ramino; quelli che sapevano cosa fosse mezzanotte per aprire i balconi alla notte e convocare i cani, guardiani di quel mondo maschio che, con un Beretta sulle spalle – questo sapevano fare i padri – è vigore, camicia slacciata e polso fermo.

Che favola quella del latin lover. Straordinariamente malinconica. Dove basta un sorriso. A volte sembra di vederla ancora con le mani a raccogliersi quello sproposito messo al fondo della sua schiena. 

 Eroe de les italiens, piantatore di bandiere in terreni francesi, insieme agli amici Beppe Piroddi, Franco Rapetti, Rodolfo Parisi e Gianfranco Piacentini passava le notti a sedurre finalmente le femmine d’oltralpe. Rizzi non era depilato ed era riuscito a conquistare Brigitte Bardot e perfino la copertina di Newsweek. “Tra la bolgia infernale dell’Esquinade, le interminabili notti tra l’‘Escale’ e il ‘Papagayo’, il ventiquattrenne Rizzidi quelle estati infinite della cui memoria non si scrollerà mai, raccontava: “Bevevo micidiali Cointreau con Johnny Halliday e giocavo a calciobalilla con Gilbert Becaud nei pomeriggi di place Delice, poi rapivo qualche amica sulla spiaggia di Pampelonne e aspettavo il tramonto come un bambino”. (Pietrangelo  Buttafuoco)

Ci perdonerete l’incipit prolisso, ma ci voleva. Perché da ieri pomeriggio, ossia da quando ogni giornale di gossip (ma non solo, si va dal Corrierone al Messaggero) ha diffuso la notizia della love story sbocciata tra Vincenzo Sofo e Marion Le Pen- giovane virgulto della destra identitaria francese, nipote di una autentica leggenda contemporanea qual è Jean Marie Le Pen- siamo felicemente sussultati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vincenzo lo conoscono molto bene, i lettori di Ticino Notizie, da quando- sono passati ormai più di 2 anni, siamo ‘compari’ del Talebano, il think thank, il pensatoio che Fabrizio Fratus e Vincenzo hanno portato a fama nazionale, e noi siamo stati il primo e l’unico giornale web territoriale a stringere un patto d’acciaio (…) coi Talebani.

Il flirt tra Vincenzo e Marion, la cui mistica magia deve rimanere confinata alla sfera privata, ha per noi valore estetico e culturale. Estetico, giacché rinverdisce i fasti dei tempi passati- 50 anni esatti fa, correva il 1968- che furono segnati dalle conquiste di Gigi Rizzi, del nobile fascista Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse, semplicemente ‘Staiti il terrore dei mariti’, dei Piroddi, dei Rapetti, dei fratelli Bitti, di Portofino, di Puny, U Batti e della Costa Azzurra.

RIZZI E BARDOT – RETRO – GIGI RIZZI E BRIGITTE BARDOT

A veleggiare verso la conquista del cuore di Marion c’è stato dagli inizi Fabrizio Fratus, galeotti furono i convegni talebani organizzati da lui a Milano nel 2016, a Firenze con Giovanni Donzelli (dove pare si ‘accese’ la fiamma), in Liguria con Giovanni Toti, settimana scorsa, quando Chi ha immortalato Vincenzo e Marion in spiaggia.

Vincenzo Sofo (primo a sx) a convegno con Fabrizio Fratus (secondo da dx)

Culturale, giacché la brillante vena reazionaria e modernamente conservatrice del Talebano ci fa sussultare e gioire per il riscatto della Vandea, dove a ridosso della Rivoluzione i giacobini fecero strage di cattolici e di popolo che si opponeva al terrore di Robespierre e Saint Just.

Vincenzo ci accorderà, talebano e comunitario qual è, il favore di farci credere che questa bellissima storia, agli esordi, appartiene per un’inezia anche ‘a noi’, che abbiamo capito sin dagli inizi la genialità creativa di uno dei pochissimi esempi di area pensante nel perimetro della destra italiana.

 

 

 

 

 

 

 

 

Gigi Rizzi espose il Tricolore dalla villa di BB, dove passò un’estate consegnata alla storia.

E allora come sarebbe bello, essendo entrambi appassionati motociclisti, sfrecciassero a avvolti nel drappo sacro vandeano.. Cosa ne dici Fabrizio, ci siamo mantenuti a un livello di decoro linguistico? Speriamo di sì.. In alto i cuori, carissimi Vincenzo e Marion..

Fabrizio Provera

 

 

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi