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Dall'archivio:

“I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta”

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

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Il 7 Aprile 2004 viene ritrovato l’aereo di Antoine de Saint-Exupéry abbattuto il 31 luglio 1944. Del corpo dell’autore, nessuna traccia.

Il Lockheed Lightning P-38 era in ricognizione tra la Corsica e la Provenza: quel tratto di mare fu l’ultima cosa a cui l’autore di uno dei libri più amati della storia, “Il Piccolo Principe”, andò incontro, colpito a morte da un caccia della Luftwaffe, la temibile aviazione tedesca della II guerra mondiale. Ci vollero 60 anni per venire a capo di quello che sembrava essere un mistero quasi irrisolvibile. Era passato così tanto tempo, era caduto il Muro che divideva le due Germanie. Era il 7 aprile del 2004.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quasi che la Storia volesse tenere per sé una leggenda, un racconto di vita che i bambini potevano leggere come fosse Peter Pan, il ragazzo che non moriva mai. L’autore del Piccolo Principe sapeva volare proprio come nelle favole!

Il racconto, infatti, fu pubblicato il 6 aprile del 1943 da Reynald& Hitchcock in lingua inglese, seguito a pochi giorni di distanza in francese per arrivare ai giorni nostri ad essere una delle opere letterarie più lette della storia, tradotto in quasi 250 lingue in tutto il mondo, stampato in oltre 134 milioni di copie. L’aereo con cui affondò il suo autore fu ritrovato il 7 aprile di 61 anni dopo…… ma di lui, nessuna traccia.

“… gli uomini hanno delle stelle che non sono tutte uguali. Per gli uni, quelli che viaggiano, le stelle sono delle guide; per gli altri … non sono che delle piccole luci…. ma tutte queste stelle stanno zitte, tu avrai delle stelle che nessuno ha!…”

Cosa vuole dire chiesi:

Il piccolo Principe sussurrò “…. quando tu guarderai il cielo, la notte, io abiterò in una di esse!” Passammo del tempo a parlare, lui su un albero, io mi addormentai.Nel racconto l’aviatore in volo sopra il deserto del Sahara  costretto da un’avaria ad atterrare nel mezzo del nulla è biografico. Pensava al bello, ai racconti alla scrittura all’evasione tramite parole, era solo sotto il cielo trapunto di stelle, lontano mille miglia dalla civiltà, dalla guerra.

 “Non gridò. Cadde dolcemente come cade un albero. Non fece neppure rumore sulla sabbia”.

E, forse, mi piace pensare che non fece neanche rumore quando si inabissò nell’acqua davanti alla Corsica. Era il 31 luglio del 1944.

I commilitoni raccontano che l’aereo si alzò dolcemente in volo, librandosi nell’aria della giornata estiva  in quella che doveva essere l’ultima missione assieme al suo famoso pilota, Antoine de Saint-Exupéry.

I suoi ultimi versi da scrittore furono per l’umanità in guerra: “Piace pensare che, alzando gli occhi, ci guardi qualcuno da una stella mentre è impegnato a innaffiare le rose, perché … se tu vuoi bene a un fiore che sta in una stella, è dolce, la notte, guardare il cielo”.

Laura Giulia D’orso

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