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I conti tornano: la farmacia comunale di Busto G. gode di buona salute

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BUSTO GAROLFO – Di buona salute ne gode sicuramente. Ne fa fede un dato su tutti, l’incremento delle vendite rispetto allo scorso anno del 2,34 per cento.  

Campane a festa per l’Azienda Farmacia municipale di Busto Garolfo il cui presidente Enrico Ceriotti ha snocciolato uno per uno i dati della lusinghiera performance. La qualifica di farmacia come semplice erogatrice di prodotti, peraltro, le va strettina perché lo scorso anno si è occupata anche di diffusione della cultura della salute, incontri con le scuole, prevenzione. E, guardando al magazzino, Ceriotti evidenzia con orgoglio come l’ascensore verso l’alto preso dalle vendite non abbia pregiudicato affatto le disponibilità di magazzino. “Per il 2017- spiega ancora – siamo riusciti a praticare uno sconto sulle vendite variabile dal 10 al 30 per cento di prodotti scelti periodicamente, inoltre abbiamo praticato agevolazioni a prodotti dietetici e della prima infanzia”.

Notevole anche l’attività sul fronte degli screening. E doveroso il rafforzamento sul fronte sicurezza  per i ben tre furti subiti,  il 10 gennaio, poi il 10 e 30 agosto. Episodi che hanno portato la farmacia ad avere un danno da ricavi per 522 Euro in meno e a montare una saracinesca davanti all’ingresso nonché a potenziare l’impianto di videosorveglianza. Altro intervento di miglioria, la sistemazione del montacarichi. Tutto in moto rettilineo? Sì, ma di questo passo si rischia di avere dei ricavi abnormi lasciati lì senza che si possano almeno in parte tradurre in investimenti. Lo ha rimarcato, a esempio, il consigliere di maggioranza Francesco Binaghi: “I dati della farmacia parlano di 518 mila Euro di attivo e 328 mila di passivo – spiega – abbiamo un ente che, fatti alcuni raffronti che mi sono permesso di fare, risulta più virtuoso di colossi come Apple, a questo punto ci si domanda che senso ha fare accantonamenti ogni anno del 60 per cento di utili?”. Insomma, non che si debba restare a giacenza zero ovviamente ma neppure mettere tutto in accumulo senza spendere in ulteriori investimenti.

 

Cristiano Comelli    

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