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I circoli di Legambiente in campo per salvare il Parco del Roccolo. Sullo sfondo sempre lo spettro della megadiscarica

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PARABIAGO –  Tutti uniti per proteggerlo e farlo crescere. Nell’interesse di grandi e piccini e di chi ha a cuore l’ambiente come elemento imprescindibile per la salute e il benessere più generale del territorio e delle persone in esso residenti.  Alcuni circoli di Legambiente della zona, affiancati da una serie di associazioni, hanno preso carta e penna e inviato ai sindaci i cui comuni rientrano nell’ambito del polmone verde una lettera invitandoli a fare fronte comune sulla difesa e valorizzazione del parco. Perché il Roccolo rappresenta uno dei biglietti da visita dorati del territorio e la possibilità di fruirne in modo armonioso è strettamente legata all’impegno che ci si mette nel tutelarlo. “Gentilissimi sindaci – è l’esordio della missiva-  il vostro ruolo di responsabili della salute pubblica vi porta a lottare quotidianamente anche per difendere l’ambiente in cui i vostri concittadini vivono. Il parco del Roccolo è il patrimonio ambientale più importante del nostro territorio, è stato realizzato decenni fa per evitare la realizzazione di un megainceneritore di rifiuti tossici. La storia del parco ha vissuto altri momenti di grave pericolo”.
E Legambiente ricorda, al riguardo, il momento nel quale si era affacciato all’orizzonte il progetto di creare un allevamento di grandi dimensioni di galline ovaiole fino ad arrivare all’attuale minaccia della creazione di una discarica di rifiuti speciali. Un progetto, quest’ultimo, che ha visto mobilitarsi compattamente nel segno della contrarietà le amministrazioni comunali, diversi cittadini, associazioni e Comitato antidiscarica di Busto Garolfo e Casorezzo. E, per rinforzare il concetto, Legambiente manda in campo i numeri: “la megadiscarica – prosegue il sodalizio parabiaghese – dovrebbe ricevere 600 mila metri cubi di rifiuti speciali di 152 tipologie”. Una soluzione che, rimarca il circolo di Legambiente, rappresenterebbe per il territorio un pesantissimo colpo al cuore. “Il Plis del Roccolo- aggiunge – nato anche per difendere il territorio da questi pericoli, ha finora garantito il nostro ambiente ma si sta rivelando ormai inadeguato ad affrontare il pericolo di ulteriori insediamenti nocivi per l’ambiente e la salute. Troppe risorse, materiali e umane, sono state  utilizzate senza avere la certezza di salvaguardare il territorio”. Il messaggio è quindi chiaro: occorre un Roccolo più forte e corazzato, e quest’obiettivo è raggiungibile unicamente con una stretta di mano poderosa tra i diversi elementi del territorio, dalle istituzioni alle realtà associative ai cittadini comuni. E, soprattutto, mettendosi d’impegno per garantirgli lo status di parco regionale. Il comunicato si conclude con un messaggio perentorio: “la salute e l’integrità dell’ambiente in cui viviamo  e in cui vivranno le future generazioni – si legge – sono nelle vostre mani”.      
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Cristiano Comelli

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