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Dall'archivio:

I bancari a Conte.. ‘sti cazzo di 25mila euro non me li vuole dare!’

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

Dalla pagina Facebook ‘Io faccio il bancario’, da cui avevamo già riportato lo sfogo di una donna per la scarsa considerazione loro assegnata, ecco una nuova lettera al premier Giuseppe Conte. Grazie a Paolo per la segnalazione.

Caro Presidente,
sono ormai rassegnato all’idea di non rientrare nei suoi ringraziamenti. Nominare chiaramente la mia categoria, noto covo di ingorde serpi, la esporrebbe senz’altro a un notevole danno d’immagine.

Devo chiederle, però, una cortesia.
Quando si appresta a prendere decisioni che ci riguardano, CI CONSULTI.

Le spiego.

Lei è abituato ad avere a che fare con l’intelligentia del paese, con luminari, senatori, politici di grande esperienza. Quindi, il suo lessico, poco si confà a veicolare quei semplici concetti utili all’uomo della strada.

Noi, per contro, come dimostrato in un post su questa pagina a inizio virus, siamo ADDESTRATI appositamente in questo particolare tipo di comunicazione.
Quindi, se lei continua a dare notizie in modo elegante e con una studiata semantica, noi continueremo a trovarci NELLA MERDA il giorno dopo.

Chiariamo il funzionamento di questo meccanismo in un semplice esempio PER ASSURDO.

Se lei annunciando un nuovo decreto dovesse dire che TUTTI I LAVORATORI MANCANTI DI ALMENO UN ARTO AVRANNO DIRITTO A MILLE EURO, succederà che:

– Il 99% degli ascoltatori, nei momenti successivi, staranno contandosi gli arti;
– Di questi, il 50% giungerà alla conclusione che “vale anche la testa”;
– Il 10% sul totale noterà, con un certo disappunto, di non essere mutilato;
– Un buon 30% degli ascoltatori proverà ad amputarsi qualcosa, con un drammatico impatto sulla sanità nazionale;
– QUASI TUTTI, in ogni caso, assaliranno le banche con affermazioni imbecilli, tipo “ma io ho perso un’inghia, quindi mi spetta”.

Ora. Per evitare che ciò accada e che un coro di “mamm’t” si levi da ogni angolo d’Italia, lei si deve assolutamente avvalere della nostra consulenza.

La istruiremmo a gestire la cosa in modo da evitare equivoci!
Innanzitutto, le spiegheremmo che non si sta rivolgendo a una platea di Mattarella o Cassese. Se mai a una platea di ex ministri delle infrastrutture!

Quindi lei, Presidente, dovrebbe ripetere ogni concetto più volte, chiosando con un qualcosa di rassicurante e allo stesso tempo interrogativo. Per esempio: “capito?”.
Inoltre, dovrebbe chiedere un “feedback”, in modo da filtrare dubbiosi e indecisi.

“Se siete mancanti di un arto, premete il tasto occhei (OK), sul vostro telecomando. Se invece siete normodotati, NON FATE NULLA (niente, fermi, a me gli occhi)”

Il tutto condito con grafiche dei Teletubbies in sovrimpressione.

OVVIAMENTE, il comando dovrà essere innescato al contrario, in modo che tutti i FURBI e i GENI DEL MALE di cui è composta la nostra popolazione schiacciando OK si autoelimineranno, lasciandola proseguire verso la parte finale del discorso.

“Benissimo. Visto che siete pochi, VI CHIAMIAMO NOI.”

Liscio come l’olio.

Grazie, Preside’, spero i miei suggerimenti le siano d’aiuto.

Ora vado, che ho da fare, devo parlare col mio direttore che… Lasciamo stare, va’!
Non ho capito, guardi. Proprio a me…

‘Sti cazzo di VENTICINQUEMILA EURO non me li vuole dare!!

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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