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Hic sunt leones: la democrazia non si impone alle società tribali (come l’Afghanistan)- di Emanuele Torreggiani

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Hic sunt Leones, così i romani indicavano la Libia. Lì, davanti il nostro stivale. La situazione laggiù non è molto diversa da quella afgana. Tribù in lotta tra loro da tempo immemore. La morte del Colonnello Gheddafi, un beduino, ha fatto esplodere i rozzi rancori tribali e la guerra civile è tutt’oggi in corso. Non ha più l’onore delle prime pagine ma queste, si sa, sono volitive. Dopo l’Afghanistan verrà altro… le società tribali non sono omogenee in civiltà come l’intendiamo noi. Gheddafi aveva applicato la regola di Marco Aurelio. Il nemico del mio nemico non è mio amico, ma tenendoli separati governo, cioè impero. La sua caduta, ennesimo superficialismo occidentale, anziché prodursi in una forma democratica, il dittatore è caduto, non ha fatto altro che far riemergere le divisioni. Piaccia o meno il tribalismo non è comparabile alla nostro canone che è piramidale, mentre quello è orizzontale. Vedasi le morti di Mussolini e Hitler. Le società si sono organizzate in rappresentanze partitiche e il metodo parlamentare ha ripreso la fisionomia interrotta dalle dittature. Non è così in tanta parte del mondo. Quando si critica la Cina, critiche giustificate, occorrerebbe vederne in profondità le divisioni etniche, linguistiche, culturali, autentiche fratture tenute ferme dalla mano ferrata del governo di Pechino. Si potrebbe agire diversamente? Non lo so. Il rischio della banalizzazione è alto. Quindi, dopo l’esempio cinese, una società governata in modo centralizzato, rientriamo tra i leoni della Libia. In pieno caos. Piaccia ammetterlo o meno. Ma è così. Dunque la domanda è semplice. Si può imporre la democrazia in Libia? Si. Bisogna occuparla militarmente e, vista l’estensione territoriale, occorrerebbero cinquecentomila uomini in arme per cinquant’anni. Già. Cinquant’anni sono due generazioni. Quale coalizione potrebbe impegnarsi per così a lungo? Nessuna. Quando il Giappone cade sotto il bombardamento nucleare, operato per motivi strategici e quindi politici, uno sbarco avrebbe prorogato la belligeranza per altri tre anni con un costo di uomini, americani, pari a un milione e mezzo di caduti: una democrazia non può sostenere un onere così alto; quando cade il governatore Mc Arthur impone una metodologia politica simile a quella americana ed ottiene la collaborazione di quell’apparato burocratico, anche militare, già contrario alla guerra.
Si calcola che nei primi cinque anni di governo nippoamericano si suicidarono circa cinquantamila funzionari. La cifra, probabilmente in difetto, dichiara però una cifra stilistica tipica di quel popolo. Mishima ne è l’esempio più illustre. Anche Kawabata, ma sia… il Giappone si è occidentalizzato in un decennio. Riprendendo il filo, nessuna coalizione può dunque impegnarsi così a lungo. In Afghanistan è accaduto l’inevitabile. Le tribù principali non si sono coese in questi vent’anni. E non hanno fatto fronte comune. L’esercito non ha riconosciuto l’unità effimera del presidente fuggito di buon’ora. Evidentemente le tribù etniche hanno, come in ogni società tribale, calcolato il proprio interesse. Ed agito di conseguenza. Ora, dare addosso all’America o genericamente all’Occidente, mi pare superficiale. Si può trasformare l’Afghanistan in uno stato occidentale? Si. Come per la Libia. Si rimane lì cinquant’anni, con centinaia di migliaia di uomini, si impone una scolarizzazione e secolarizzazione occidentale, si impone una colonizzazione. Si può fare sulla carta, nella carne di un popolo? No. Quindi si prende atto delle profonde, autentiche, ancestrali diversità culturali, cultuali, sociali. Si può esportare la democrazia dove si leggono testi comuni: da Sofocle in avanti. Bibbia e Vangelo ivi compreso, beninteso. Dal culto alla cultura, gemelli siamesi. Già, perché il Vangelo è il grande lavoro di mediazione tra il Sacro rivelato ed il Sacro delle origini. E le origini, scrive Vico, sono rozze. Il mondo Occidentale viene da lì. Da questa opera mediatrice. Piaccia o meno. Disintermediare, si vedano i nostri totalitarismi, non ha portato benefici.
Emanuele Torreggiani

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