― pubblicità ―

Dall'archivio:

Guida ‘semiseria’ al voto, di Laura Giulia D’Orso

+ Segui Ticino Notizie

Ricevi le notizie prima di tutti e rimani aggiornato su quello che offre il territorio in cui vivi.

Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

Era il 1840 ed il francese Alexis de Tocqueville rifletteva, dopo un lungo viaggio nei due Paesi, la Francia e gli Stati Uniti, che allora godevano di un governo democratico, sul futuro della democrazia e sui potenziali pericoli «per la democrazia» e «della democrazia». Egli scriveva che la democrazia aveva la tendenza a degenerare in ciò che descrisse come «dispotismo addolcito».

Un secolo dopo Mark Twain coniò un aforismo rimasto famoso nella storia: «Se le elezioni servissero a qualcosa, non ce le lascerebbero fare».

Ci si può allora domandare: ma se le elezioni non servissero a niente, perché mai i politici sono sempre in televisione e si dannano in modo disumano, litigando sconvenientemente per riuscire a vincerle?

In realtà, la prima parte della frase di Twain dovrebbe essere vista dall’ottica dell’elettore, mentre la seconda dall’ottica del candidato. Si potrebbe supporre quindi che le elezioni non servono a nulla per quel che riguarda i cittadini, mentre servono moltissimo ai politici che le vincono, perché saranno poi loro a gestire il potere.

C’è però un anello mancante. Se è vero che le elezioni non servono al cittadino, ma servono al politico perché il cittadino vota quel politico? La risposta è semplicissima, con l’uninominale noi cittadini non votiamo un politico, con le preferenze invece noi votiamo quel politico solamente ipotizzando che quel politico farà qualcosa di buono per il Paese. Ma lo conosciamo realmente?!?

Quindi, le elezioni sono un gioco di magia nel quale un piccolo gruppo di “attori professionisti” chiedono di avere l’autorizzazione da parte dei cittadini, che sarà, in seguito il pubblico pagante, nel vero senso del termine, a gestire il loro denaro, si spera nel miglior modo possibile!

Indipendentemente dall’età, dal sesso e dal pensiero politico una cosa l’abbiamo capita tutti aihmè: governare significa gestire denaro pubblico, il nostro ovviamente. Nient’altro.

Gli attori professionisti ottengono legittimamente, tramite i cittadini stessi, l’autorizzazione da parte loro di gestire i soldi raccolti dai tributi a proprio piacimento, sperando con perizia. Lasciando in più a loro l’illusione di avere scelto.

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutto ciò è ovvio ma se tu stesso dai a chi sta dall’altra parte, il tuo voto, il problema non è democrazia-sì o democrazia-no, ma democrazia responsabile, onesta, affidabile, che pensi alle prossime generazioni.

11 dicembre 2016. Mattarella “sono troppe le urgenze che richiedono di essere affrontate da un governo nel pieno delle sue funzioni prima fra tutte una legge elettorale uniforme tra Camera e Senato senza una legge elettorale operativa dopo la sentenza della Consulta”.

17 febbraio 2018. Sono di pochi giorno fa le dichiarazioni di Enzo Cheli, Giudice Costituzionale dal 1987 al ’96 e presidente dell’Agcom dal 1998 al 2005:”sperimentare sul campo una nuova legge elettorale non è semplice, il Rosatellum, finora non è mai stato utilizzato, specie nel nuovo dosaggio tra quota maggioritaria e quota proporzionale. In secondo luogo, si deve fare i conti con un elevato tasso di astensionismo. Terzo punto, è difficile misurare la capacità di attrazione che eserciteranno le attuali coalizioni in lizza. Infine, va considerata l’incognita dei voti nulli, la cui entità è difficile da misurare, perché il Rosatellum, con la sua impossibilità a distinguere tra voto maggioritario e voto proporzionale, potrebbe indurre molti elettori all’errore, e dunque all’annullamento del voto”.

Ma non era stato nominato Gentiloni perché, come priorità, affrontasse e risolvesse il problema dell’Italicum che non era un sistema di voto costituzionale. E che ci son stati a fare a Roma in questi due anni?!

E allora qualche piccolo suggerimento ironico.

Non dimenticatevi gli occhiali da vista o ancor meglio una lente da detective alla Sherlock Holmes, perché i simboli sono tantissimi e simili.

Memorizzate bene come avete aperto la scheda elettorale perché non riuscirete più a richiuderla a dovere, vista la misura spropositata, tipo cartina stradale di un tempo.

Per le gentili signore di una certa età, amanti del giardinaggio, sappiate che i fiori (garofani, ortensie, margherite, stelle alpine) non stanno a suggerire i periodi di semina ma sono partiti politici.

Per gli ultras della capitale” Forza Lazio o Forza Roma” non sono slogan da stadio e per ultimo volevo rassicurare il popolo italiano.

L’allarme lanciato dai Servizi per una serie di rischi di attacchi hacker proprio prima delle prossime elezioni del 4 marzo 2018, attacchi volti a influenzare il voto. (Si parla di, cyber influenze che farebbero uso di fake news), beh sappiate. Non siamo così ingenui e fessi.

Di “balle” l’elettore italiano, ne sente da anni.

Siamo vaccinati, eccome!

Laura Giulia D’Orso

 

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

■ Prima Pagina di Oggi