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Gran colpo per The Kitchen, che incassa una ottima recensione su Dissapore.com

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CASOREZZO-GALLIATE Lavoro, fatica, passione e ricerca della qualità ripagano. Ennesima dimostrazione di questo assunto la positiva recensione riscossa da The Kitchen su Dissapor.com, uno dei siti di riferimento in Italia per il comparto enogastronomico.

Uno spazio virtuale realizzato davvero molto bene, tra i maggiorenti di un settore sempre più sulla breccia (ristorazione, food and beverage).

Dissapore ha dedicato ai due locali di Maurizio Fortuna e Cinzia Cattaneo un lungo reportage a firma di Alessandro Trezzi, che a partire dall’ottima pizza  di Giovanni Valletta parla della grande offerta birraria (e di ristorazione). Nel riportare la recensione integrale, rinnoviamo i nostri complimenti a tutto lo staff dei due locali.

 

Siamo stati al The Kitchen Beer Restaurant a Casorezzo, pizzeria lontana dai soliti circuiti e blasoni gastronomici, che ci ha piacevolmente sorpresi. Ecco la nostra recensione. 

Ditemi, quante volte ci concentriamo sulle grandi città, dimenticandoci che spesso e volentieri sono i piccoli paesini di periferia a concederci laute soddisfazioni? Ma soprattutto, perché parliamo sempre delle solite pizzerie, dei “grandi maestri pizzaioli”, quando là fuori ci sono tanti forni che meritano – non poi così tanti, considerando che, persino in Italia, provando una pizzeria a caso probabilmente vi andrà maluccio – ?

È il caso del The Kitchen, un Beer Restaurant nato nel 2010 a Casorezzo, in provincia di Milano.
L’idea alla base è molto semplice: creare una birreria con cucina, quindi un ristorante di qualità con birre di qualità.

La filosofia del locale non è mai cambiata negli anni: vengono proposti prodotti a “Km zero”, un concetto che nel 2019 non può più essere considerato un elemento distintivo. La particolarità sta piuttosto nella citazione, in carta, di tutti i produttori e fornitori di materie prime, un grandissimo e graditissimo espediente per valorizzare la qualità tanto decantata.
Le birre di The Kitchen
Beer Restaurant dicevamo: birra artigianale, rigorosamente, una lista di prodotti lodevoli a rotazione, con un impianto che negli anni si è ampliato arrivando a coprire 25 spine, di cui 23 spillate a CO2 e 2 a pompa. Qualche nome? Birrificio Italiano, Orso Verde, The Wall, Birrificio Lambrate, Malt Mostoso e Birrificio Rurale, le cui birre vengono puntualmente suggerite accanto ad ogni piatto, e spesso e volentieri usate anche per cucinare. Una selezione molto legata al territorio, converrete, fattore in questo caso non per forza apprezzabile: al netto di nomi di caratura nazionale, che la tap list di un ristorante sia strettamente local lascia il tempo che trova, considerando che il terroir, nella birra, non c’è.

The Kitchen - La Pizza

Al netto di ciò, nel mio periodo di migrazione dall’industriale sgasata all’artigianale, il The Kitchen è stato uno dei primissimi due posti ad aiutarmi nella traversata, educandomi a bere come si deve.
Tanto, ma come si deve. E ve lo assicuro, nel 2010 in periferia di posti simili se ne vedevano davvero pochi.

Il locale ha lo stile di un classico Irish Pub, con bancone, tavoli e sedie in legno, luce soffusa, ambiente familiare e servizio amichevole e cordiale.

Seguendo la stessa filosofia, nel 2015 i fondatori Maurizio e Cinzia hanno aperto un secondo punto vendita a Galliate, il The Kitchen Inn: più grande, con più di 250 coperti e un impianto da 50 birre tutte alla spina, sempre a rotazione.
La pizza di The Kitchen Beer Restaurant
È nel Gennaio 2018 che, grazie alla consulenza del maestro pizzaiolo Giovanni Valletta (Istruttore e Tecnico Grandi Molini Italiani), nel The Kitchen World sbarca una curiosa estensione di linea: la pizza.

The Kitchen - La Pizza in sezione

Non una pizza qualunque, intendiamoci, bensì un prodotto cucito su misura per rispettare a pieno la filosofia del locale, con tanto di fornitori citati in coda. Impasto studiato, farcito con attenzione all’equilibrio e al bilanciamento di sapori e consistenze, e cotto in un forno elettrico Morello Forni.
Non è napoletana, non è romana, è la loro pizza: cornicione ben rigonfio, pasta asciutta, croccante e molto leggero, senza segni di decadimento in gomma tra la prima e l’ultima fetta.

Le ricette proposte si dividono in due sezioni: le pizze normali e le gourmet, per lo più bianche con ingredienti selezionati in uscita.

The Kitchen - Cottura della base

Occhio, non a caso ho parlato di “estensione di linea”: The Kitchen non ha aperto un nuovo brand in occasione del lancio del nuovo prodotto, ma ha “semplicemente” ri-arredato i locali inserendo il forno e ampliando la già complessa carta.Il senso è parso chiaro: gli elementi distintivi del marchio rimangono la birra artigianale e i prodotti di qualità.

E tuttavia, la differenza si è sentita eccome: complice il boom registrato subito dopo (ad oggi è necessario prenotare anche in settimana per sperare in un posto, e siamo in periferia, non a Milano), l’attesa per consumare una pizza si fa spesso notare.

Poco male, il tempo lo si passa consumando birra, ma l’idea di un nuovo brand dedicato alla sola pizza poteva considerarsi una scelta forse più consigliabile.
La margherita
La prima visita in una pizzeria esige la margherita, ormai lo sapete.
Pomodoro campano, mozzarella fiordilatte, basilico, olio EVO e una spolverata di Grana Padano 24 mesi; buona, profumata, ben bilanciata nel quantitativo degli ingredienti, e con un unico piccolo difetto in quel “filo” d’olio spesso e localizzato, che non si distribuisce con il resto della farcitura.

The Kitchen - La Margherita
La cottura
Forno elettrico dicevamo, a parer mio un punto a favore del locale, che si è staccato dai classici e inutili pregiudizi per distinguersi ancor più dalle masse (ne avevamo già parlato, ricordate?).
Eppure, per quanto ottima, la cottura delle pizze potrebbe essere più uniforme: ogni tanto arrivano al tavolo tonde perfette in ogni punto, altre presentano bolle bruciate, altre ancora risultano leggermente più asciutte del normale.

Cose da poco, intendiamoci: la pizza di Giovanni Valletta è tra le non-napoletane più leggere che abbia mai provato, ma soprattutto è dotata di una shelf-life estrema, che la rende godibile dalla prima all’ultima fetta.
Una scusa per prendere tempo e ordinare più di una birra, insomma.
I prezzi di The Kitchen Beer Restaurant
Il peso dello scontrino è, logicamente, corrispondente alla qualità del prodotto e dell’egregio servizio; le pizze vanno dai 7 euro della margherita ai 17 per la gourmet più costosa.
Aggiungete 5 euro di birra (se riuscite a berne solo una), caffè ed arrivate ad un totale comunque abbastanza canonico.

So che siete stufi dei grandi nomi, ve lo leggo in faccia.
Non preoccupatevi, l’alternativa c’è eccome.

(Immagini: Alessandro Muscas)

da www.dissapore.com

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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