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Giornata Unità Nazionale: la Fanfara ‘Nino Garavaglia’ entusiasma il Lirico

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MAGENTA – Il sipario è ancora chiuso, quando le prime note de ‘Il reggimento di papà’ si diffondono per l’affollata sala del Lirico. Con questo canto si apre il Concerto della Fanfara Bersaglieri ‘Nino Garavaglia’,  la sera della vigilia della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, ricorrenza quest’anno di particolare rilevanza, poiché sono cento gli anni trascorsi da quel 4 di novembre che segnò la fine della Grande Guerra. Io non conosco il motivo di tale scelta iniziale, però mi viene spontaneo pensare a un omaggio a tutti coloro che – sono stati tantissimi – al casolar non han fatto ritorno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Onore a chi è morto per la Patria. Parola quest’ultima che si può tornare ad usare con buona pace di tutti, peraltro a sdoganarla è stato il presidente Carlo Azeglio Ciampi, persona al di sopra di ogni sospetto nostalgico. “Bimbo alza la testa … del babbo tue gesta la Patria non potrà scordar… il sangue che egli ha dato un dì da sprone a te sarà…”. C’è tutto qui, come confermano poi le parole del sindaco Chiara Calati: la sacralità del suolo natio, il valore del sacrificio estremo, l’importanza della testimonianza e della riconferma di principi  irrinunciabili  e la trasmissione di questi alle giovani generazioni. Quei soldati, quei morti vanno ricordati anche preoccupandosi  di una dignitosa conservazione dei monumenti loro dedicati.  E’ Mauro Mittino, presidente della sezione locale dell’Associazione Nazionale  Bersaglieri, di cui in sala vi sono alti esponenti, a sollecitare il sostegno per il progetto di restauro della Cappella Votiva  (opera dell’architetto Ugo Maria Sommaruga in memoria dei 220 caduti magentini del Primo Conflitto mondiale),  ringraziando in particolare Oliviero Trezzi e gli studenti di una classe dell’Istituto Einaudi per il contributo professionale dato all’iniziativa.  E, ancora, Mittino ricorda la raccolta di firme in atto per chiedere il ripristino della festività nazionale del 4 novembre, soppressa nel 1977. Ma torniamo al Concerto. Al primo brano ne sono seguiti molti altri, musiche  e parole note e sempre gradite alle orecchie del pubblico nostrano che per la ‘sua’ Fanfara nutre autentico entusiasmo.  Tanti i battimani per il direttore Fabio Borroni e per tutti i fanti  piumati che con generosità e passione hanno toccato i precordi (espressione novecentesca, data la circostanza) dei presenti anche in forza del gran finale tutti insieme, tutti in piedi per l’Inno di Mameli (chi scrive non è intimamente nazionalista, ma orgogliosa di essere italiana, sì).

 

 

La serata è stata ricca, oltre ai Bersaglieri, salgono sul palco, invitati dal conduttore, l’insostituibile Pietro Pierrettori, i rappresentanti delle associazioni che con Pro Loco e Amministrazione Comunale hanno dato vita al progetto ‘Da Casa Giacobbe a Vittorio Veneto – I Magentini dall’Unità alla Grande Guerra’, avviato nel 2015 (per questo Chiara Calati vuole accanto a sé Enzo Salvaggio, ex assessore della Giunta di Marco Invernizzi).  Li citiamo, oltre alla sezione Ass. Nazionale Bersaglieri  ‘Fortunato Magna’ e alla Fanfara, un attestato va al presidente del Carosello Storico ‘Tre Leoni’ Antonello Rota (rigorosamente in grigioverde), al Museo del Risorgimento di Santo Stefano Ticino, al Gruppo Storico ‘Borgo di Pontenuovo’,  all’Associazione Culturale ‘Giannino Castiglioni’, a Totem, all’Università del Magentino, all’Ass. Naz. Alpini gruppo di Magenta, ai Ragazzi di Magenta, alla Piarda di Boffalora Ticino, al Gruppo Speleologico Prealpino, ai cultori di Storia locale Rodolfo Re e Claudio Morani, all’ex vicesindaco Paolo Razzano e all’ex capo di Gabinetto, Luca La Camera, ora con Giuseppe Sala a Milano. L’evento del Lirico si colloca all’interno di un più vasto programma celebrativo di cui il lettore può trovare informazione completa sul  mensile della Pro Loco ‘Magenta Nostra’, già in distribuzione.

Franca Galeazzi

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