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Giornalisti & comunicazione: anche a Mesero arriva l’addetto stampa

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MESERO –  Giornalisti e comunicazione. Un binomio inscindibile, tanto più in un’epoca di vacche magre, magrissime, come quello attuale, in cui i quotidiani nazionali accanto ai baroni, intoccabili e ben remunerati, pagano un pezzo pochi euro lordi,  con buona pace dei tariffari dell’ordine professionale che oggi potrebbero essere adoperati benissimo in sostituzione della carta igienica del bagno.

E così anche l’ultimo “irriducibile”, quello che dalle colonne del suo giornale, aveva spesso criticato i suoi colleghi considerati come giornalisti a libro paga di quello di quell’altro politico di turno, ha deciso di tornare a fare il comunicatore accanto al giornalista. Cosa che ci sta assolutamente. Gli facciamo sinceramente i complimenti e un grosso in bocca al lupo, però, gli chiediamo d’ora in avanti anche un po’  più di coerenza. 

Siamo pessimisti per natura, purtroppo e, quindi, in linea di massima, pensiamo che più s’invecchia e più si peggiora. Però, vuoi vedere che in questo caso specifico, il nostro amico Ersilio Mattioni, sia venuto del nostro stesso parere?  Beh, sarebbe una bella notizia. 

Per il resto non vogliamo aggiungere altro. Se non fare gli auguri di buon lavoro accanto al primo cittadino di Mesero Davide Garavaglia che ha dimostrato un’attenzione lodevole per la comunicazione significativa per un comune di meno di 5 mila abitanti.  Visto l’investimento di 12 mila euro spalmati su 2 anni. 

E’ la dimostrazione che quando un Comune, un Ente Pubblico o chicchessia, sente la necessità di comunicare e informare i propri cittadini, i soldi si trovano. Il resto sono balle o peggio ancora ignoranza rispetto ad un tema così delicato e che dovrebbe essere centrale, tanto più per una pubblica amministrazione.  Certo a Mesero, comune governato dal centrodestra, magari a qualcuno la scelta di Mattioni avrà lasciato parecchia sorpresa e anche un po’ di mal di pancia. Non a noi, visti i rapporti di consolidata e reciproca stima tra i due protagonisti della vicenda. Unica aggiunta che vogliamo fare a questo proposito è la seguente: trattasi di incarichi fiduciari, per quelli che amano il latino, ovvero, che si attribuiscono “intuitu personae”.  Per cui perché mettere in piedi una selezione???

 Eppure, in questa Italia che continua ad essere ostaggio di ipocriti e burocrati, si deve metter in piedi una sorta di gara per che cosa poi? In questi anni ne abbiamo viste di ogni: con Comuni che per affidare una consulenza che è comunque precaria e temporanea, hanno dovuto inventarsi le peggior cose (esperto di comunicazione nei comuni del Sud Ovest milanese una volta ci è toccato leggere una volta su un bando ndr…). Andando per certi versi a mettere in difficoltà anche chi è stato individuato per andare a ricoprire un ruolo di responsabilità e spesso sottovalutato. Coerenza e trasparenza (che in questo caso significa libertà di scegliere) virtù rare. E che impongono a noi tutti una riflessione. Nessuno escluso. 

F.V.

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