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Dall'archivio:

Giacomo e Bobby: 1 anno dopo lo stesso, tragico destino. La morte sulle amate due ruote

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

 

MAGENTA CORBETTA –  “Ecco che Lo Zen si manifesta nella sua natura più autentica, quella di un viaggio alla ricerca di noi stessi, utilizzando la motocicletta come metafora della vita: molto meglio conoscere ogni singola parte del nostro mezzo e aggiustarlo personalmente che affidarsi a meccanici inesperti che possano causare danni; meglio affrontare le situazioni con entusiasmo, ossia pieni di theos, perché le insidie sono sempre dietro l’angolo, e una buona dose di Qualità può contrastare l’impazienza e l’ansietà. La vita – come un viaggio in motocicletta – può essere scomoda e riservare delle insidie, ma se si utilizzano calma e coraggio anche la meta più inaccessibile comparirà all’orizzonte”.

E’ passato quasi esattamente un anno. Era un giovedì mattina presto, il 12 luglio, quando il 44enne Luca Bonfiglio si sta recando al lavoro in sella alla sua potente Ducati. Era nella zona industriale di Cassinetta, a due passi dalla ss 526 che porta da Robecco ad Abbiategrasso.

Conosciuto dagli amici e da tutti i bikers come lui col nome di Bobby, per quelle traiettorie inspiegabili del destino Luca si stava recando come ogni giorno negli spazi della Sc di Stefano Lavazza e Marco De Rossi, a Cassinetta, dove si preparano gli impianti di scarico delle moto più potenti e migliori al mondo.

Bobby trova la morte che aveva albeggiato da poco, a causa del solito e maledetto incidente, da solo, a pochi passi dal suo abituale luogo di lavoro. Gli amici, i colleghi, i suoi datori di lavoro, lo piangono- in pratica- sulla soglia del capannone dove ogni giorno condividevano l’amore per le due ruote: la moto può trasformarsi in una passione divorante. Nel caso di Bobby, era diventata la sua professione.

Passa quasi esattamente 1 anno: è domenica 7 luglio  mentre il giovane magentino Giacomo Cusumano è in sella alla sua Honda, una moto potente e sfolgorante, che campeggia sulla sua pagina Facebook.

Giacomo, ex studente dell’Einaudi, muore sulle strade di Lomellina nel caldo delle 13.40 di un pomeriggio di piena estate, in una terra dove l’asfalto- fuori dai contesti prettamente urbani- è circondato quasi soltanto da campi e risaie, avvolti nel silenzio di una campagna che è ‘molto più campagna’ delle altre.

La moto, strumento che possiede un che di metafisico (Robert Pirsig, da cui è tratto l’incipit di questo pezzo, ci ha scritto un libro di culto edito da Adelphi), è da sempre una effigie,  quasi un’epitome, di libertà. Capace di dare emozioni fortissime, ma anche di far pagare il prezzo più alto negli accadimenti più estremi: la morte.

Quella morte che, come un  sottile ma doloroso fil rouge, unisce un uomo di 44 anni a un ragazzo di 23 che si stava affacciando alla vita, e che ora viene pianto da un padre, una madre, due sorelle. Un dolore straziante e che sfida nel modo più atroce anche i sentieri più impervi della ragione.

Venerdì prossimo, a un anno esatto dalla morte di Bobby, i suoi tanti amici lo ricorderanno a Corbetta, come ricorda Lorenzo Facchinetti, biker corbettese notissimo. ‘Ad un anno dalla scomparsa di Bobby ,Venerdì 12 Luglio alle ore 21.00 ci troveremo in Piazza Beretta a Corbetta per ricordarlo . Per chi volesse unirsi a noi. Bobby sempre con noi ……’

Cambiano tempi, luoghi, persone e contesti, ma non l’insensatezza della domanda che consuma l’animo  a partire dai suoi anfratti più nascosti.

L’uomo vede, ma non comprende.

F.P.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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