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Gestione trasporti Trenord e Atm. Dopo Cecchetti anche Scurati a valanga: “Dal Pd pressapochismo disarmante”

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MILANO – “È scoraggiante vedere la campagna elettorale del Pd cadere nel banale se non nel ridicolo anche in tema di trasporto pubblico locale. Mettere a confronto Trenord con Atm dimostra un pressapochismo e una scarsa conoscenza dell’argomento che lascia disarmati”.

 

Commenta così Silvia Scurati, consigliere regionale della Lega e membro della Commissione trasporti al Pirellone, in merito alla polemica social pubblicata dal Pd sulla gestione del sistema Trenord e Atm.

“Esasperare notizie e temi che dovrebbero essere invece affrontati con serietà, come quello del trasporto pubblico e dei rincari, è il segnale disperato di chi in difetto di credibilità si aggrappa alle solite facilonerie dove la destra è dipinta come promotrice dell’aumento dei biglietti, del taglio delle corse e dei ritardi”.

 

“Una disinformazione insopportabile e fuorviante che nasconde la differenza di chi in Lombardia gestisce i treni e chi le tratte. RFI e Trenitalia – precisa Scurati – sono società interamente statali mentre Trenord è composta dal 50% da FNM (Ferrovie Nord Milano) e al 50% da Trenitalia. La gestione dei treni è in capo a Trenord, il resto invece a RFI. Far ricadere tutte le colpe su Regione Lombardia e Trenord è grottesco, quando è ormai dimostrato che i disagi sono dovuti alla rete di competenza statale”.

“Regione Lombardia tramite Trenord – ricorda Scurati – si è impegnata a portare a termine il programma da 2 miliardi di euro per l’acquisto treni e il completamento delle consegne nel 2025, anno in cui tutte le linee del servizio lombardo disporranno di treni nuovi o di ultima generazione e saranno ben 222 mezzi”.

 

“Questo mentre la sinistra milanese che gestisce ATM approverà, per opportunismo dopo le elezioni politiche, il secondo aumento dei biglietti a 2,20 euro a seguito di quello, già dimenticato, del 2019 quando salirono a 2 euro. Azioni che rivelano come il sistema ATM non sia autosufficiente e il Comune incapace di affrontare i rincari, salvo poi chiedere aiuto proprio a Regione Lombardia per coprire i maggiori costi” conclude Scurati.     

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