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Frasi antisemite durante una manifestazione filo palestinese a Milano, la solidarietà di Cecchetti e Colla:

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MILANO – “Solidarietà alla comunità ebraica milanese e italiana vittima di cori antisemiti durante una manifestazione filo palestinese a Milano del dicembre scorso e interruzione di ogni rapporto con le associazioni culturali e religiose islamiche lombarde che non si siano pronunciate contro queste frasi.” E’ la richiesta alla Giunta regionale contenuta in una mozione presentata dal Vicepresidente del Consiglio regionale Fabrizio Cecchetti (Lega Nord) e dal consigliere regionale della Lega Jari Colla.

Lo slogan intonato durante la manifestazione, che recitava “khaibar khaibar o ebrei, l’armata di Maometto ritornerà” allude a un preciso episodio storico, infatti Khaybar è il nome dell’oasi dell’Hegiaz abitata da ebrei che Maometto conquistò nel 628. Il luogo ha assunto un significato leggendario e mitico nella prospettiva islamista di una sottomissione finale e violenta degli ebrei. Maometto aggredì gli ebrei insediati nell’oasi di Khaybar, a nord di Medina, completando l’opera di «pulizia etnica» degli ebrei. La gravità dei fatti consistente non solo le parole pronunciate, sopra ricordate, ma anche, e soprattutto, “all’invito a ripetere l’antico massacro di ebrei”.

“Riteniamo che sia totalmente inaccettabile – dichiarano in una nota congiunta Cecchetti e Colla – che frasi antisemite di questo tipo passino inosservate e che centinaia di persone in una manifestazione filo palestinese possano permettersi di intonare cori di questo tipo, perché oltre alla gravità delle parole pronunciate c’è anche l’invito a ripetere l’antico massacro di ebrei. Regione Lombardia deve condannare fermamente questo episodio, esprimere solidarietà alla comunità ebraica milanese, all’Unione delle Comunità Ebraiche italiane e soprattutto valutare la possibilità di costituirsi Parte Civile nel prossimo eventuale processo penale. Dobbiamo fare tutto il possibile – concludono Cecchetti e Colla – per fare in modo che episodi di questo genere non si ripetano mai più”.

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