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Forza Nuova, parla l’ex dirigente di Milano: ‘Ne resta poco o nulla…’

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MILANO – Forza Nuova “ormai non è che una brutta ombra di ciò che era” e scioglierla “sarebbe come sciogliere un cubetto di ghiaccio in un iceberg”. A parlare all’agenzia Adnkronos- nel momento in cui tutta la politica si sta occupando del movimento di Roberto Fiore- è un ‘ex’ di peso di Forza Nuova, Alfredo Durantini.

Da segretario provinciale di Milano è uscito dal movimento da un anno e mezzo per confluire, “insieme ad almeno il 70% delle sezioni”, nel Movimento Nazionale – la Rete dei Patrioti, di cui ora siede nel consiglio direttivo.

“Abbiamo lasciato dopo un lungo periodo di lotta interna per cambiare registro e riportare il movimento sulle linee di uno dei suo fondatori, Massimo Morsello, e non su quelle bizzarre di Fiore”. La sua fotografia del movimento è abbastanza impietosa: “E’ la brutta ombra di ciò che era. Sostanzialmente ridotta a Roma e a poche altre sezioni in giro per l’Italia. Noi ci siamo presi anche la ‘fatwa’ da parte di quelli di Fiore e Castellino: quando abbiamo manifestato a Roma il 18 settembre sono venuti a contestarci in ‘stile’ centri sociali”. Oggi, continua, “di Forza Nuova esiste poco o nulla: non è un’organizzazione articolata, non sono le Brigate rosse, non hanno la capacità militare di fare casini diversi da quelli che sono stati visti fare”, sostiene.

Anche per questo, secondo Durantini, scioglierla non ha senso. “Non sarebbe la prima volta che viene detto e scritto. E’ periodico:
un’abitudine un po’ sovietica di certi partiti che si dicono democratici ma tanto democratici non sono. In questo caso è come sciogliere un cubetto di ghiaccio in un iceberg, molto utile dal punto di vista mediatico per riaffermare alcune cose e riempire di slogan una parte politica senza contenuti”. Di quello che è successo sabato scorso a Roma, con l’attacco squadrista alla sede della Cgil, “ho un giudizio assolutamente negativo”, sottolinea.

“Si sta gestendo tutto in modo bizzarro. Si può pensare che la Cgil sia una dei responsabili dell’obbligo di green pass sul posto di lavoro, perché non hanno fatto opposizione, ma il mio giudizio su quanto è accaduto è assolutamente negativo. Al massimo – osserva – si va davanti alla sede e si fa un comizio contro la Cgil. Facendo così, entrando e devastando, si fa il gioco di chi vuole bloccare le manifestazioni e mettere bavaglio alla protesta”.

A Milano, l’ultradestra e il Movimento dei patrioti non partecipa alle manifestazioni del sabato. “No”, assicura Durantini, “noi non abbiamo preso parte ai cortei, ma li abbiamo osservati: c’è tanta brava gente e c’è un gruppo molto limitato di estrema sinistra o di area anarco-insurrezionalista. Non mi sembra vogliano avere una bandiera e sono assolutamente poco produttivi dal punto di vista politico. Hanno un valore perché portano in piazza la gente a dire che non è tutto rosa e fiori ciò che viene proposto dal Governo. Ma fanno il girotondo e poi vengono sciolte quando la polizia si stufa”.

Per il futuro c’è da preoccuparsi? “Si, perché la gestione dell’ordine pubblico del ministro Lamorgese è discutibile. Le manifestazioni possono essere controllate senza fare le cariche e trovare scuse per manganellare, perché le provocazioni ci sono, è un attimo che qualcuno tira un sasso. Ma il rischio è che qualcuno si faccia male veramente.

La preoccupazione è un po’ quella: queste persone che abbiamo visto in estate o di recente sono persone normali, non sono agit-prop o politici. Si attendono dalla polizia il rispetto delle regole”.

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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