MILANO – ‘Se Forza Italia pensa di cambiare dall’alto dicendo ‘ora mettiamo tutti nuovi, ora mettiamo tutti biondi, giovani o donne’, sbaglia, il nuovo partito e’: non mettiamo nessuno e diciamo a tutti i nostri militanti scegliete voi chi volete”. Cosi’ il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a ‘Un giorno da pecora’ su Radio 1, ieri, ha commentato la convocazione del consiglio nazionale di Forza Italia fissata per il 25 giugno.
Partecipera’? “Dipende di che cosa parliamo, se si eleggono i nuovi coordinatori nazionali non ci vado, se si eleggono dei garanti che governino il partito per 60-90 giorni massimo per andare alle primarie, si'”, replica Toti evidenziando che la priorita’ da affrontare e’ “la selezione della classe dirigente”.
E mentre il presidente della Liguria muove le sue pedine in vista del suo evento del 6 luglio a Roma, anche in Regione Lombardia gli azzurri sono in movimento perenne: basti leggere il documento diffuso ieri da Giulio Gallera.
“La forza dei territori, la selezione della classe dirigente secondo principi democratici che premino il merito e il lavoro, l’esaltazione dei valori liberali e riformisti che caratterizzano da sempre la nostra storia”.
Si tratta di un momento che vedrà la partecipazione di molti amministratori locali, aperto a tutti coloro che vorranno portare un contributo propositivo: Consiglieri regionali, Parlamentari, esponenti di liste civiche, rappresentanti delle associazioni e della società civile.
“A noi sta particolarmente a cuore il futuro politico di Forza Italia – spiegano gli organizzatori dell’evento – e la recente tornata elettorale ha reso improrogabile l’attuazione di un percorso di riforma e, conseguentemente, di rinascita. La semplice sopravvivenza non è più tollerabile. La svolta che auspichiamo deve necessariamente prevedere una valorizzazione autentica dei rappresentanti dei territori, i quali dovranno essere coinvolti nella scelta delle linee programmatiche e strategiche del partito e nella sua organizzazione interna. La classe dirigente, a livello locale, regionale e nazionale, dovrà essere individuata attraverso formule democratiche ampiamente partecipative quali ad esempio le primarie. Così come dovranno essere i territori a scegliere i rappresentanti nelle istituzioni nazionali.