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Focus di TN sull’Africa- La Costa d’Avorio, di Marco Crestani

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Indipendente dal 1960: nel solco della decolonizzazione francese dell’Africa Occidentale. Per 33 anni governata dallo stesso uomo: Felix Houphouet-Boigny .

Sindacalista agricolo e fondatore del RDA (Raggruppamento Democratico Africano). Boigny, eletto al parlamento francese nel 1945, è l’uomo di Mitterand in Africa Occidentale.

Esponente, in loco, della FranciAfrica (la relazione privilegiata tra la Francia e le sue e colonie): voluta dal generale De Gaulle ed attuata da Monsieur Afrique, Jacques Foccart, il principe delle tenebre. Boigny è stato il fautore del miracolo ivoriano: la crescita economica, a doppia cifra, della
Costa D’Avorio, durante gli anni 70.

Dopo la crisi degli anni 80, dovuta al crollo del prezzo del caffè e del cacao, iniziano tre decenni di instabilità politica ed economica, nonostante il territorio sia colmo di materie prime. Gli anni 90 sono caratterizzati dal dittatore Hernry Bedie che introduce il concetto di ivorianità: o sei ivoriano al 100% non accedi ad incarichi pubblici. Sbarrando, di fatto, la strada a molti dei sui oppositori nati in Francia o con genitore francese.

A metà dei 2000, sotto il governo di Gbagbo, la Francia di Chirac bombarda l’aviazione ivoriana, dopo l’invio dei caschi blu da parte dell’Onu, per sedare gli scontri con i ribelli del Nord del paese.
Per stabilizzare il paese, la presenza dei soldati esteri raggiunge le 10mila unità.

Lo spettro della guerra civile è tuttora presente in Costa D’Avorio ed alleggia sulle presidenziali del 2020. L’ex primo ministro (2007-2012), Soro, ha recentemente dichiarato di ricandidarsi.

Marco Crestani

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