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Focus di TN sull’Africa- Il Ciad, di Marco Crestani

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Colonia francese dal 1913. Con un proprio parlamento e suoi esponenti all’Assemblea Nazionale, dal 1946. È indipendente dal 1960. Tuttavia ancora sotto l’influenza politica di Parigi, in quella che una volta era chiamata l’Africa Occidentale Francese.
 

Dopo l’indipendenza e la simultanea entrata nell’Onu, iniziano quasi 30 anni di conflitti bellici. È la Libia che vuole conquistare il Ciad. In particolare, a metà dei 70, inizia a rivendicare i 100kmq della Striscia di Aozou, ceduta dalla Francia all’Italia nel 1935: ‘Trattato Mussolini-Laval’.

Dopo che USA e Francia aiutano il Ciad a sconfiggere Gheddafi, si tengono le prime elezioni democratiche, cosiddette. Idris Dèby, alla guida del MPS (Movimento patriottico di Salvezza) è eletto presidente, per la prima volta, ne seguiranno altre cinque.

Agli inizi degli anni 2000, il Ciad accoglie i profughi dal Darfur, la regione del Sudan, in cui è in atto un vero e proprio genocidio. Inoltre, la capitale, N’Djamenea, diventa sede delle truppe dell’esercito francese, alle prese con l’Operazione Barkhane, per il controllo del Sahel.

L’importanza del Ciad è dovuta alla sua posizione geografica: corridoio obbligato tra i porti del Sudan e della Nigeria, per arrivare in Libia. I ‘corridoi’ sono, ovviamente, ricchi di petrolio. Come gran parte del suolo africano, il suolo del Ciad è sfruttato da compagnie petrolifere estere. In Ciad sono presenti le multinazionali ELF, francese (ça va sans dire) ed Exonn (americana). C’è anche una compagnia pubblica presente nella filiera del petrolio: la Chadian Petroleum Comapny, che si occupa, prettamente, di raffinazione e distribuzione. L’attuale amministratore delegato è Seid Deby figlio del presidente (dittatore?) in carica. Seid viene dal settore: consigliere della filiale ciadiana della China National Petroleim Corporation…

Marco Crestani

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