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Focus di TN sull’Africa- di Marco Crestani

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Scoperte da un veneziano, Alvise Cadamosto, Capo Verde ed il suo arcipelago sono- storicamente- colonie portoghesi. Porto privilegiato in direzione americhe per la tratta degli schiavi, sono indipendenti dal 1975.
 

Nel 1980 Capo Verde è totalmente indipendente, dopo l’intenzione di annettersi alla vicina Guinea Bissau. Dopo il colpo di stato a Bissau il partito egemone, PAIGC (Partito Africano per l’Indipendenza della Guinea e di Capo Verde), intraprende la strada per l’indipendenza dell’arcipelago.

Il PAIGC diventa solamente PAICV (Partito Africano per l’Indipendenza di Capo Verde) e sulla scena politica entra il MPD (Movimento per la Democrazia), il paese si apre ad una lenta, ventennale, ma inesorabile economia di mercato. In sostanza passa dal colonialismo militare portoghese a quello economico francese.

Agli inizi del nuovo millennio la Francia contribuisce all’economia capoverdiana con oltre mezzo miliardo di euro. Scattano le privazioni in quasi tutti i settori strategici ed i servizi essenziali gratuiti diminuiscono.

La situazione politica di Capo Verde è sostanzialmente stabile, con l’alternarsi di PAICV e MPD, e ciò contribuisce all’economia, prettamente turistica. Il governo capoverdiano utilizza le risorse per produrre energia pulita, soprattutto dal sole (sull’esempio del vicino Marocco) e dal vento (entrambi valgono il 25/30% delle energie del paese).

Inoltre bisogna sottolineare che le previsioni di crescita del continente africano parlano di un raddoppio della popolazione entro il 2050, con conseguente fabbisogno di energia elettrica.

Marco Crestani

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