Flatland Cavalry – “Wandering Star” (2023) by Trex Roads

A volte la copertina di un disco rivela poco, a volte rivela tutto se uno sa guardare con attenzione. Ho sempre adorato l’arte delle copertine degli album, scoprirne i segreti e carpirne la magia...

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Oggi viviamo in un mondo veloce, con poca anima e con poca attenzione al bello e nella musica questo ha una delle sue più terribili manifestazioni.

La musica viene chiamata con un termine orribile: “liquida”. Non si presta più attenzione alle parole, ai crediti di chi quella musica l’ha creata, suonata e prodotta e, soprattutto, non si valorizza il lavoro, spesso immane, che sta dietro alla copertina.

Oggi nella musica indipendente, per fortuna, questa arte di creare copertine che hanno qualcosa di magico è tornata prepotentemente anche grazie al ritorno in auge del mio amato vinile, le cui copertine sono la massima espressione di questa arte che rischiava di andare persa per sempre.

Ecco, la copertina del quarto album di una delle band più di culto e amate del Texas, i Flatland Cavalry, ha nella sua copertina meravigliosa tanti significati, ma il sentimento che più ho percepito ascoltando e guardando, è quello di una band che suona canzoni dal sapore antico e “vecchia scuola”.

Un po’ come la copertina dove la “stella errante”, rappresentazione perfetta di una band che ha girato locali e locali senza fermarsi mai, passa sopra ai ricordi di campagna e di deserto del proprio Texas.
La band è un sestetto che non si può paragonare a nessuno, secondo me. Cercare di dirvi assomigliano a questo o quell’altro è inutile. Tantissime influenze e nessuna decisiva.

Sono originali, come la splendida voce del leader Cleto Cordero, uno dei cantautori migliori che il Texas abbia prodotto negli ultimi anni.

Il resto della band è qualità pura: Reid Dillon alla chitarra elettrica, Adam Gallegos alle tastiere, banjo, acustica e mandolino, Jason Albers alla batteria, Jonathan Saenz al basso e Wesley Hall al violino.

Alla naturale e innata vena creativa di Cordero, aggiungetevi che sua moglie è una delle artiste più di talento della musica indipendente, e avrete due menti che si sostengono e si ispirano in una maniera che l’uno migliora l’altro.

Per inciso la moglie è Kaitlin Butts e vi ho parlato del suo meraviglioso disco del 2022 in questo articolo: www.ticinonotizie.it/kaitlin-butts-what-else-can-she-do-2022-by-trex-roads/

Il disco prodotto da Dwight A. Baker è anche il loro esordio con l’etichetta Interscope Records.
C’erano timori sulla band dopo il deflagrante successo dell’essere comparsi nella colonna sonora della serie tv Yellowstone o essere andati in tour con un artista del pop country del mainstream di Nashville.
Questi timori sono stati spazzati via e anzi possiamo dire che questo Wandering Star è uno dei dischi più belli di country texano degli ultimi anni.

Un country che prende un po’ del meglio di tutto il country di ogni decennio e lo declina con abilità, sicurezza dei propri mezzi e originalità, senza mai strafare o cercare di scimmiottare i grandi del passato.

Mettete la puntina sul vinile, restiamo nella bellezza corroborante del passato, e verrete invasi dalla bellissima e scatenata The Provider: chitarre graffianti come in un rock anni ’50 e celebra-zione dell’America che lavora. Si parte alla grande!

The Best Days è un country rock solare dove il violino si intreccia alle chitarre che lascia spazio alla bellissima ballata acustica Only Thing At All.

La prestazione vocale di Cordero è di una bellezza abbagliante e, mai come in questo disco, espressiva ed emozionante.

La splendida canzone d’amore e di maturità in duetto con la moglie Kaitlin, Mornings With You, è perfezione poetica. Scritta assieme ad un’altra artista che era già comparsa in un disco di una band leggendaria fra quelle indipendenti e cioè Ashley Monroe (comparsa in un disco degli Steel Woods, ndr).
Splendida e divertente è Let it Roll, così dannatamente vintage e arrangiata alla grande.

E, ragazzi, l’assolo di violino di Hall intrecciato a quello di chitarra di Dillon è breve, ma talmente bello che ho premuto ripeti solo per quei secondi.

In Spinnin’ c’è il titolo del disco, ma c’è anche la tranquilla semplicità di un songwriting che non teme il passare del tempo, il suono è così sospeso fra le stelle della copertina senza risultare vecchio e nemmeno moderno. E’ semplice bellezza così stordente da lasciarci così sdraiati su di un prato con il naso all’insù cercando la stella errante sopra il cielo del Texas.

Oughta See You (The Way I do) è un gioiello di country rock di livello assoluto con il testo ispirato da una frase dettagli dalla moglie. Quando due menti così piene di idee vivono sotto lo stesso tetto, basta una piccola scintilla per scatenare l’incendio che è questa stupenda canzone.

Gli assoli poi, amici, sono spettacolari e li ascolterei per ore: chitarra e violino, violino e chitarra e poi la ritmica e la voce di Cleto. Magia, come nelle stelle sopra di loro. Un disco dove la magia della copertina avvolge un suono senza tempo, semplice, ma non scontato.
Il ritorno di una band ormai leggendaria che ad ogni disco ci regala un nuovo capolavoro come se fosse la cosa più normale del mondo.

Prestazioni meravigliose di tutti i membri della band, nessuno escluso: la voce che ci guida con un’intensità mai sentita, la chitarra elettrica che sferza come il vento del deserto, la magia del violino che regala assoli mescolando malinconia e gioia, la sezione ritmica che batte come il cuore nel petto dopo una lunga corsa: ecco, questo Wandering Star è tutto questo e anche di più.

Grazie a Dio il successo non ha cambiato di una virgola i Flatland Cavalry e, se non li conoscete, questo album vi farà entrare nel loro mondo e, fidatevi, se amate la musica di qualità non ne uscirete più. Parola di Trex.

Buon ascolto,
Claudio Trezzani by Trex Roads

Nel mio blog troverete la versione inglese di questo articolo.
www.trexroads.com

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