Asia Bibi ha sempre dichiarato che non avrebbe mai perso la fede in Dio e la speranza che un giorno potesse ritornare libera. Il giorno della libertà è arrivato, dopo quasi dieci anni di prigione, la Corte Suprema di Islamabad ha assolto la donna cattolica accusata falsamente di blasfemia.
Chi è Asia Bibi? Una giovane donna pakistana, madre di 5 figli, di religione cattolica. Nel 2009 bevve un bicchiere d’acqua per ristorarsi dal lavoro nei campi e fu accusata da due donne musulmane di avere infettato la fonte, in quanto infedele. Da quel momento sono cominciate invettive e accuse false di blasfemia che hanno portato all’arresto della donna. Fu condannata a morte in primo grado in base all’artico 295-C del codice penale relativo alla legge sulla blasfemia. Da allora Asia Bibi è rimasta in isolamento.
La legge sulla blasfemia del Pakistan è ancora oggi contestata a livello internazionale come strumento di pressione nei confronti delle minoranze non islamiche. La pena di Asia non è stata solo la condanna ma anche le lungaggini dell’iter giudiziario: dal 2010, anno della condanna in primo grado, il processo di appello è stato rinviato più volte in quattro anni senza motivo. Nel 2014 le venne riconfermata la condanna a morte ma la difesa di Asia Bibi ha presentato istanza di appello presso la Corte Suprema. Anche in questo caso l’udienza definitiva è stata rinviata per altri due anni.
Arriviamo così al 31 ottobre 2018 con il verdetto della Corte Suprema a Islamabad che prevede la sua definitiva assoluzione. Finalmente questa terribile storia di ingiustizia e intolleranza religiosa ha una fine. In tutti questi anni il caso di Asia Bibi è stato denunciato a livello internazionale da varie organizzazioni umanitarie o religiose (cristiane e non solo) anche se è stato poco supportato da una certa intellighenzia progressista del mondo della cultura e della politica.
Il giorno del verdetto di assoluzione è stato importante per la storia non solo di Asia e della sua famiglia ma anche del Pakistan e di chi vuole un mondo più giusto – come ha affermato alla stampa l’avvocato di Asia Saiful Malook, di fede mussulmana. Nel frattempo in Pakistan, la notizia dell’assoluzione sta creando proteste da parte di gruppi affiliati ad organizzazioni islamiche radicali che stanno organizzando manifestazioni contro il verdetto della Corte.
Mariarosa Cuciniello
(Fonte: Agensir)
