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Festa del commercio: va in mostra il calcio vintage

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Da Sportlyne pezzi da collezione e anche qualche maglia d’epoca che la “legge Fiano” vorrebbe cancellare…

MAGENTA –  Tra le tante iniziative che hanno fatto da cornice alla riuscita edizione 2017 della Festa del Commercio c’è da segnalare la mostra di maglie vintage proposta da Sportlyne Magenta, il negozio per gli appassionati di calcio di Galleria dei Portici, gestito da Cristiana Robbiati che porta avanti con successo la tradizione del fu Magazzino Robbiati di Inveruno (altra sede storica dell’attività commerciale). Dalla mattina alla sera, grazie anche alla collaborazione di Tino Malini della Memoria del Mondo, che ha fornito il supporto logistico, in mostra c’erano pezzi da collezione.  L’evento singolare e per intenditori, è piaciuto e ha richiamato un buon pubblico. Il colore predominante era il nerazzurro, ma esposti c’erano i colori di moltissimi club nazionali e non solo. Alcuni pezzi gelosamente custoditi dai proprietari, vedi la maglia bianconera di Zinedine Zidane, altre casacche ci hanno riportato alla memoria gli anni ’80 quando le maglie erano ancora in flanellona pesante, come quelle prodotte dalla Mac Sport con lo sponsor Misura per l’Inter. In bacheca così è finita anche la numero 11 di Kalle Rummenigge autografata, della collezione del mitico Luciano Cucco, fede interista e un figlio chiamato Andreas, in onore di Andreas Brehme, terzino sinistro dell’Inter dei record 88/89.  Curiosità in vetrina c’era anche una replica perfetta della maglia dell’Ambrosiana Inter. Erano gli anni ’30 e con quella casacca Pep Meazza, detto ‘Il Ballilla’ spopolava all’Arena Civica di Milano. Oltre all’Inter anche l’Italia in quegli anni avrebbe vinto due titoli mondiali, ossia la metà di quelli vinti complessivamente. Qualcuno ieri visitando la mostra è rimasto un po’ contrariato dalla presenza di quella casacca, che portava ben in evidenza il fascio littorio, pensando al contenuto della legge Fiano attualmente in fase d’approvazione definitiva in Parlamento.  Beh, anche quella casacca, piaccia o no, è un pezzo importante della storia sportiva del nostro Novecento. A meno che non la si voglia cancellare, in ossequio ad una legge e alle sue contraddizioni.

F.V.

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