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Dall'archivio:

Federica Pellegrini dalla vasca alla politica? Beh, ma TUTTO è politica.. di Matteo Spigolon

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Attenzione: questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie.

Potrebbe contenere informazioni obsolete o visioni da contestualizzare rispetto alla data di pubblicazione.

 

Le Olimpiadi volgono verso il termine.

Se da un lato si pone giustamente attenzione sulle medaglie conquistate dagli atleti, dall’altro tiene banco l’addio alle competizioni di Federica Pellegrini.

La carriera della più grande nuotatrice italiana di sempre si chiude a Tokio dopo anni di successi, medaglie, record e anche momenti di difficoltà.

La curiosità è tanta riguardo al suo futuro e la stampa non ha perso l’occasione per cercare subito delle risposte.

Che sono arrivate, anche se non credo siano definitive.

– Ma resterà nel mondo del nuoto? Cosa può fare ora?

«Non lo so, non ne abbiamo ancora parlato, se arriveranno proposte le valuterò. Intanto penso che potrebbe servire una figura professionale per aiutare le ragazze nei momenti di stress, avete visto che alle Olimpiadi qualcuna ha sofferto per età o per carattere. Penso a una psicologa, non a me, a qualcuno di professionale, dato che lo sport oggi prevede la cura di ogni minimo particolare, questo non lo abbiamo coltivato»

– Futuro in politica come la Vezzali?

«Vorrei restare nello sport, vedremo come. Io come la Vezzali? Mi pare un po’ troppo, ho ancora il costume addosso. Io in politica poi non mi vedo tanto, non sono troppo diplomatica, mi stupirei se riuscissi a diventarla».

Domande interessanti e risposte interessanti.

Vediamo perché.

Nel primo caso la Pellegrini lancia una nuova figura professionale per il mondo dello sport. Chiamala psicologa, mental coach o altro. Non è una novità, già molti calciatori famosi (es. Bonucci) si servono dell’aiuto di persone con determinate capacità per farsi aiutare nei momenti complicati.

Nel secondo dice di non vedersi in politica come la Vezzali perché poco diplomatica, ma come interpretare le ultime sei parole? Come un’apertura, un “non si sa mai”, un “non credo, ma si vericano certe condizioni…”.

Attenzione, c’è un collegamento tra le due risposte.

Dove voglio arrivare?

Ricordiamoci che la politica non è fatta solo dai politici.

Non è solo elezioni.

Tutto è politica.

Il fatto che certi atleti sentano il bisogno di essere accompagnati nel loro percorso sportivo per alcuni aspetti che fino a poco tempo fa erano un tabù, mi fa pensare che ci possa essere spazio per andare oltre.

Non mi stupirei (anzi, lo ritengo ormai necessario) se personaggi famosi manifestassero l’esigenza di essere affiancati da consulenti politici.

Lebron James dovrebbe assumerne uno.

La Ferragni, che con il marito Fedez, si sta esponendo su temi sociali rilevanti, dovrebbe porre attenzione su ogni passo e parola.

La Pellegrini idem.

La comunicazione generalista lascia un po’ il tempo che trova se devi sguazzare nella vasca con gli squali più affamati di tutti.

Ecco perché ho aperto il “Protocollo Sinai” non solo a chi vuole solamente candidarsi, ma anche a chi vuole fare politica dall’esterno (almeno all’inizio).

Ora tutti gli spazi sono occupati, ma presto qualcosa potrebbe liberarsi.

di Matteo Spigolon

Questo articolo fa parte dell'archivio di Ticino Notizie e potrebbe risultare obsoleto.

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